Quindici anni fa la tragedia del Sar: oggi la cerimonia commemorativa

Il 23 ottobre 2008 resterà una data scolpita nella memoria dei vestonesi e di tutti i valsabbini. E’ il giorno della tragedia che investì l’84^ Centro Sar, che costò la vita a otto uomini del reparto militare, rimasti vittima in Francia, a bordo dell’elicottero HH3F. Tra loro anche il vestonese Michele Cargnoni, capitano pilota di 30 anni.

Gli otto militari erano a bordo del mezzo partito da Brindisi e diretto, dopo uno scalo nella località francese di Digione, verso la base militare di Florennes dove era atteso per una esercitazione.

Durante il tragitto, fra l’Isle-en-Barrois e Vaubecourt, l’elicottero improvvisamente precipitò su un terreno lontano da zone abitate. Per i militari a bordo non ci fu scampo. La notizia fece subito il giro della Valsabbia, lasciando tutti sconcertati.

Le successive indagini accertarono che la causa della tragedia fu il distacco di una pala del rotore principale del velivolo che provocò una perdita di pressione all’interno del rotore.

Agli uomini rimasti uccisi, subito ribattezzati gli “Angeli del Sar”, sarà dedicata questa mattina in Francia una cerimonia di commemorazione organizzata dall’Aeronautica Militare alla quale prenderanno parte le autorità militari, i familiari e i colleghi delle vittime.

La celebrazione della messa avverrà presso la chiesa di Vaubecourt, officiata dal cappellano Militare Don Marco, seguirà la deposizione di una corona floreale sul luogo dell’incidente (Lisle-en-Borrois) dove è stato eretto un monumento.

Quest’ultimo è costituito da una stele in marmo e travertino su cui è riposto un medaglione raffigurante un angelo protettore, allegoria degli uomini del SAR che portano il loro soccorso dal cielo, con un’ala spezzata.

Il fratello di Michele Cargnoni, Nicola, che sarà presente alla cerimonia accanto alla madre, ha voluto condividere con i lettori di Vallesabbianews questa riflessione: «mi sono trovato a fronteggiare il dolore e a "caricarmi" sulle spalle quello dei miei genitori, così come sono stato caricato di una responsabilità che è quella di essere rimasto l'unico figlio e quindi l'unico motivo per cui mia madre vive. Sono "contento" che l'Aeronautica organizzi, come ogni lustro, questa cerimonia in Francia e sono grato di poter partecipare, ma tornare sul luogo della tragedia non è certo un "desiderio". Ne farei a meno».