Pollice verde cerca eredi

«Ho 77 anni e mi piacerebbe trasmettere la passione che mi ha accompagnato per tutta la vita. Io l’ho sempre fatto gratuitamente perché il mio lavoro era un altro, ma per un giovane potrebbe diventare anche un’attività redditizia».

Si chiama Ferdinando (Nando) Capretti.
Il suo grande trasporto è per l’arte topiaria, ovvero la capacità di indirizzare le piante a comporre con la loro chioma dei soggetti.

A Vestone, dove ha messo su casa in via Mocenigo, lo conoscono bene.
Le sue opere si trovano nel giardino della Fondazione Passerini, all’ingresso del presidio sanitario di Nozza, in molte case private.
Il cimitero del paese addirittura è stato ampliato facendo in modo di non toccare i suoi lavori.

Non solo un “pollice verde” quindi, ma un’intera mano colorata che Nando utilizza con creatività.
Entrare nel giardino di casa sua è come visitare un laboratorio sperimentale: «Ci sono piante più adatte e altre meno, ma ognuna ha qualcosa da raccontare» ci dice.

«Mi viene male quando vedo altri eliminare delle piante perché diventano ingombranti o si fondono una nell’altra: davvero ci vuol poco a trovare il modo di valorizzarle tutte quante» dice lui.

Sicuramente ci vuole del tempo: un conto è potare una pianta per renderla piacevole alla vista, un altro è farla crescere con già l’idea in mente di come deve diventare.
Per alcune sue realizzazioni infatti Nando predispone dei telai che poi gli servono per indirizzare il verde alla forma desiderata: «Vero, ci possono volere anche degli anni» ammette.

E ci vuole costanza: ognuna di queste sculture richiede frequenti cure ed è sufficiente non occuparsene per qualche settimana per perderla definitivamente.
Come per i bonsai: Nando ne ha una cinquantina anche di quelli.

«Sono disposto a collaborare coi ragazzi delle scuole o con degli adulti, ma fate presto – ci dice -. Non so per quanto tempo ancora sarò in grado di lavorare».