Un atto d’amore per la Valtenesi

Agli abitanti della Valtenesi che per un anno ne hanno visto le riprese documentarie, «Warda», presentato nelle settimane scorse a Moniga e poi veicolato in dvd ai Comuni dell’area per proiezioni scolastiche, ha proposto l’immaginario cinematografico di Marco Preti, con titolo che richiama l’antica nomea celtica del Garda, ma in dialetto è «guarda, osserva, fai attenzione».

Preti, di Padenghe, arrampicatore, crodaiolo, guida alpina, per anni famelico captatore d’immagini in tutto il mondo, si placa ora con le immagini della sua Valtenesi. Affidando alla voce narrante di Antonio Guidi la propria malia davanti a scenografiche bellezze di boschi e declivi a vigne e uliveti tra il verde delle colline e l’azzurro cangiante del lago, con la sua cinepresa si muove aereo su accarezzamenti di paesaggi, scivoloso tra vicoli e strade, incantato da eleganze di ville e possanza di bastioni e castelli, sempre vicino alla gente da un’estate ad un’altra estate in sosta di un paio di mesi per ciascuna località a goderne colori e sapori d’aria e di luce, ma anche ad ascoltarne l’umanissima eco di vita.

In primo piano, intervistati, sono a Moniga due bimbe nella felicità dell’ultimo giorno di scuola e Roberto con la scuola di vela per bambini, all’isola bella dei Cavazza Alberta che ricorda duecenteschi soggiorni di Dante e anche di Santi, a San Felice Alessandro innamorato del suo Groppello, a Soiano Battista da 50 anni cacciatore e Tancredi divisionista pittore, a Padenghe Silvio ultimo pastore della Valtenesi e Dante patriarcale uomo della terra ed Elena nel centro ippico dei genitori, a Polpenazze Giulio potatore di ulivi comunali e Gabriele appassionato archeologo di reperti lignei, a Manerba Camilla angelo custode della Rocca, nonna Mirra con la miriade delle sue erbe, Paolo pescatore, Pierpaolo e Paola esperti scalatori di scogliera.

Ma, prima che bel documentario di quasi un’ora, «Warda» è di Preti romantico atto d’amore.

Alberto Pesce dal Giornale di Brescia

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