07 Ottobre 2008, 00.00
Valsabbia - C
Banche

Rinegoziazione dei mutui con le bresciane

L’accordo Abi-Governo offre la possibilità di passare col mutuo al tasso fisso, tagliando la rata ma allungando la durata. Ecco le condizioni migliorative di alcuni istituti di credito bresciani.

Sono quasi 400 le banche che hanno aderito alla Convenzione tra Governo e Ministero dell’economia per la rinegoziazione dei mutui a tasso variabile stipulati prima del 29 maggio 2008 (data di entrata in vigore del decreto legge fiscale che ha previsto la Convenzione). Questi istituti hanno inviato ai loro clienti, entro lo scorso 29 agosto, le proposte di «congelamento» della rata.

La convenzione. Tutte le banche che aderiscono alla Convenzione sono tenute a effettuarla, anche se il cliente è rimasto indietro col pagamento delle rate. I parametri sono fissati con certezza dall’accordo, fatte salve condizioni migliorative praticate da ogni singolo istituto.
In particolare, la rinegoziazione dei mutui da tasso variabile a tasso fisso avverrà sulla media dei tassi 2006, con le nuove rate che entreranno in scena a partire dal 2009. L’operazione di rinegoziazione è esente da imposte e tasse di qualsiasi genere. Non è previsto anche alcun costo notarile, così come l’estinzione anticipata del mutuo rinegoziato non comporta alcuna penale.

Un aspetto abbastanza delicato di questa modalità di rinegoziazione è legato al probabile prolungamento della durata del prestito e alla sua onerosità. Infatti anche se la rata sarà bloccata, la differenza tra il nuovo importo e quello originario verrà accumulata su un conto di finanziamento accessorio sul quale graverà il tasso Irs a 10 anni (maggiorabile fino allo 0,5%) e che dovrà essere restituito alla fine del periodo di ammortamento. Nel caso in cui la differenza tra i due importi generasse un saldo a favore del mutuatario, essa sarebbe invece accreditata sul conto accessorio.
Pur essendo nel lungo termine onerosa, la rinegoziazione secondo la Convenzione potrebbe essere l’unica alternativa se la priorità del consumatore è ridurre immediatamente e sensibilmente il costo della rata. Se invece non si rischia l’insolvenza e si cerca semplicemente di migliorare il proprio mutuo.

I miglioramenti. Le disposizioni della Convenzione Governo-Abi costituiscono uno standard minimo per la rinegoziazione del mutuo, che lascia perciò alle banche la possibilità di offrire alla clientela condizioni ancora più favorevoli rispetto a quelle previste: condizioni che gli istituti devono comunicare all’Abi al momento dell’adesione alla Convenzione.
All’8 settembre sono poco più di 100 quelli che hanno predisposto condizioni migliorative: alcuni agendo sullo spread - attraverso uno sconto sul tasso accessorio - altri estendendo invece l’applicazione ai mutui a tasso misto (finanziamenti che consentono di esercitare una o più volte nel tempo un’opzione di passaggio dal fisso al variabile e viceversa) o cartolarizzati (mutui ceduti dalla banca a una società specializzata che li ha trasformati in titoli collocabili sui mercati).

La maggior parte dei miglioramenti proposti riguarda l’abbassamento del tasso applicato al conto di finanziamento, che la Convenzione vuole sia quello minimo tra l’Irs a 10 anni maggiorato dello 0,50% e il valore del tasso previsto alla data di rinegoziazione. Così alcune banche offrono uno sconto sulla maggiorazione dell’Irs: propongono una percentuale dello 0,40%, tra le altre, le banche del gruppo Bpm e la Cassa di Risparmio di Ferrara; la Cassa rurale Giudicarie Valsabbia Paganella offre una maggiorazione dello 0,45%; mentre lo 0,25% è offerto dal gruppo Banco Desio e dalla Banca della Bergamasca. Ci sono poi alcuni istituti che eliminano del tutto la maggiorazione, come le banche del Gruppo Ubi (tra cui Banco di Brescia e Banca di Valle Camonica).
L’estensione della proposta di rinegoziazione ai mutui oggetto di cartolarizzazione è offerta invece, tra le altre, da alcune banche dei gruppi Intesa-San Paolo, Montepaschi, Unicredit (tra cui Bipop Carire), nonché dalla Cassa rurale Alto Garda.

Tra gli istituti che consentono poi la rinegoziazione dei mutui a tasso misto ci sono anche le banche del gruppo Ubi e il Credito Cooperativo di Brescia, che estende la rinegoziazione ai mutui che prevedono un tasso di ingresso fisso e poi variabile per tutta la durata.
Altri istituti bresciani che hanno aderito alla Convenzione (senza condizioni migliorative) sono la Banca Valsabbina, la Bcc di Pompiano e Franciacorta, la Cassa Padana, la Bcc del Garda, la Bcc di Verolavecchia, la Bcc della Valtrompia e quella di Bedizzole e Turano Valvestino.

Banche dissidenti. Vi sono state infine due banche altoatesine (Cassa di Risparmio di Bolzano e Banca Popolare dell’Alto Adige) che non hanno aderito alla Convenzione, spiegando le ragioni del diniego in una nota. «Le diverse simulazioni effettuate in base alla Convenzione - osservano - portano ad allungamenti significativi della durata, che spesso arrivano a superare anche i 60 anni complessivi.
Inoltre anche la somma totale del rimborso a carico dei clienti lievita in modo altrettanto significativo». Simulando un mutuo trentennale da 100mila euro aperto nel 2006, le due banche hanno calcolato che con il mutuo rinegoziato sarebbero necessari ulteriori 26 anni e 8 mesi, ossia complessivamente 53 anni e 8 mesi per il pagamento e l’originario finanziamento subirebbe un rincaro ulteriore di 80mila euro.

Fonte: pagine economiche del Giornale di Brescia


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