Copagri all'offensiva sui livelli

Gli agricoltori continuano a contrattaccare: ogni volta che l’Eridio compie un passo avanti verso il miglioramento delle sue condizioni ambientali, qualcuno non condivide e antepone i problemi dell’agricoltura a quelli dell’ecosistema.

A non andare proprio giù agli utilizzatori irrigui è la posizione assunta dalla Provincia autonoma di Trento che con una mozione, votata all’unanimità, ha stabilito la quota del lago a 368 metri sul livello del mare, che vorrebbe dire che dal lago d’Idro non si potrebbe svasare più di un metro d’acqua.

Alessandro Baronchelli, presidente di Copagri, uno dei sindacati più importanti del settore agricolo, ha ribadito: «In termini economici la proposta della Provincia di Trento per l’agricoltura bresciana e mantovana risulta devastante e non sopportabile».
Secondo il rappresentante sindacale, le aziende agricole si sono sforzate per non sprecare nemmeno una piccola quantità d’acqua.

Ma è un’opinione più volte contestata dai rivieraschi e non solo, che auspicano un miglioramento della rete di distribuzione e il cambiamento della metodica di irrigazione, sostituendo la vecchia tecnica a scorrimento con quella più moderna ad aspersione.
Alessandro Baronchelli però, dal punto di vista degli agricoltori, paragona il lago d’Idro a quello di Loch Ness, quando dice: «L’Eridio è diventato la casa di un mostro burocratico». Quello che è certo tuttavia è che Nessy, il mostro che vive a Loch Ness, sul lago d’Idro avrebbe sicuramente dei problemi a sopravvivere, dato che da alcuni anni è vietato farci il bagno.

Il presidente di Copagri chiede a tutti gli enti che alla luce di quanto è emerso durante l’ultima stagione irrigua si adoperino perché vengano affrontati e risolti i problemi arcinoti come il rilascio dell’agibilità provvisoria della galleria di scarico di fondo del lago d’Idro, in attesa della definizione e realizzazione delle nuove opere, e ancora la definizione del nuovo concessionario della regolazione del lago, con l’assegnazione allo stesso di specifiche competenze.

Altra richiesta è poi che il livello del lago all’inizio della prossima stagione sia al regime di massimo invaso.
Gli agricoltori non si accontentano neppure dello svaso di 3,25 metri suggeriti dall’Autorità di bacino del fiume Po, chiedono che si torni a svasare ancora 7 metri come era stato concesso dal 1917 al 1987. Rimane, è evidente, una profonda frattura tra due opposti punti di vista.

Mila Rovatti
da Bresciaoggi

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