Riti e credenze per San Giovanni Battista

Il solstizio è il momento in cui il sole sembra fermarsi, raggiungendo a mezzogiorno, ne caso di quello d'estate, il punto più alto nel cielo.

Nella tradizione popolare delle comunità rurali, nella notte di San Giovanni Battista i contadini erano soliti partecipare a tre riti propiziatori.
Il primo, quello dei falò: i fuochi di San Giovanni erano considerati purificatori e propiziatori.
I fuochi venivano accesi sulle cime di dossi o colline, nei terreni delle famiglie, in onore del sole.
Vi si gettavano dentro cose vecchie o usurate di cui si desiderava liberarsi.

Una seconda usanza rituale era quella della raccolta delle erbe.
Si credeva che le loro proprietà curative fossero al massimo grado di efficacia proprio in questa notte e si aumentava dunque la possibilità di guarire da una malattia.
L'iperico è detto anche erba di San Giovanni perché era ampiamente raccolto in questo periodo dell'anno.
L'artemisia, la verbena e il ribes rosso venivano esposti per proteggersi dai malefici. Si raccoglievano anche vischio, sambuco, aglio, cipolla, lavanda, mentuccia, biancospino, ruta e rosmarino.

Il terzo elemento con valore simbolico era l'acqua, precisamente la rugiada.
Si pensava infatti che l'acqua raccolta di prima mattina fosse ottima per mantenere buona la vista.
Una leggenda narra che le fanciulle in cerca di figli, dovessero bagnarsi nel torrente del paese proprio in questa notte, per aumentare la fertilità e le possibilità del concepimento.