Multe al «cartello» del tondino

Ci sono voluti 20 anni, ma alla fine l’Unione europea ha sanzionato il cosiddetto “cartello del tondino” ovvero quelle imprse siderurgiche bresciane, Ferriera Valsabbia e Valsabbia Investimenti, Alfa Acciai, Feralpi Holding e Ferriere Nord di Udine, con multe che vanno dai 2,2 a 5,1 milioni di euro, per irregolarità risalenti al decennio precedente.

La battaglia tra la Ue e i produttori di tondino in acciaio per cemento armato, accusati di cartello, si trascinava da due decenni, fin dall'estate del 2002, quando Bruxelles ha contestato alle imprese siderurgiche bresciane la violazione delle norme sulla concorrenza.

Infrazioni avvenute tra il 1989 e il 2000, quindi si comincia da più di 30 anni fa.
La Commissione europea, alla fine di quell’anno, aveva rilevato che otto imprese ed un’associazione di categoria avevano istituito, in Italia, una sorta di “cartello” per definire prezzi e modalità di produzione, in violazione di quanto disposto dal Trattato che istituisce la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (Ceca).

Ferriera Valsabbia, Alfa Acciai, Feralpi e Ferriere Nord avevano presentato ricorsi per l’annullamento della decisione, istanze che, a distanza di 20 anni, sono state rigettate dalla quarta sezione ampliata del Tribunale.

Dopo alterne vicende processuali nel corso delle quali, in un primo momento, la decisione di sanzionare le aziende era stata annullata ed era poi stata istituita una seconda inchiesta che era giunta alle medesime conclusioni di quella iniziale, per essere poi nuovamente annullata.

Si arriva così al 2022, quando la Ue decide invece che le sanzioni sono valide ed i ricorsi annullati definitivamente.
Unica consolazione il dimezzamento degli importi da versare, causa lungaggini burocratiche.