La Lira, un peso d'argento

La nostra vecchia e cara lira, che dal 1° gennaio 2002 è stata sostituita dall’euro, deriva dalla “libbra” romana, una misura di peso che doveva equivalere all’incirca a 325 dei nostri grammi.
Fu la riforma voluta da Carlo Magno tra il 780 e il 790, a trasformarla in moneta unica europea.

Come ricorda lo storico Carlo M. Cipolla nel suo saggio dedicato alla nostra moneta: «dalle rive britanniche della Manica, alla corte di Acquisgrana, alla pianura padana, alle colline toscane, la lira d’argento fu la comune unità di misura dei valori (…).
Le conquiste territoriali dei Carolingi e i loro rapporti coi re di Mercia e di Kent avevano saputo fare dell’Occidente cristiano un’unica area monetaria che si distingueva da un lato da quella bizantina e dall’altro da quella musulmana».

Tuttavia la lira di Carlo Magno non esisteva come pezzo di metallo, era solo un valore.
La moneta in quel sistema era il “denaro” d’argento; le zecche ricevevano una libbra d’argento e dovevano cavarne 240 denari.

Ma, in verità, il denaro d'argento era una moneta piuttosto scomoda, poiché non aveva multipli e per le transazioni di portata più rilevante, come la compravendita di terre o cavalli, ne occorrevano centinaia, se non migliaia.

Per evitare calcoli troppo complessi, la gente comune e soprattutto i mercanti trovarono più pratico iniziare a dire “1 lira”, al posto di “240 denari”, e allo stesso modo “10 lire e 100 denari”, invece di “2500 denari”.
Così il concetto di lira si affermò ed ebbe diffusione nel linguaggio quotidiano.

La lira inizia così la sua vita come unità virtuale, cui non corrisponde una moneta, e tale rimarrà fino al XIX secolo.
Una svolta vi fu in occasione dell'unificazione italiana, quando si trattò di adottare un sistema monetario comune per l’intero Regno d’Italia.

Nelle province che fra il 1859 e il 1861 vennero annesse al Piemonte, Vittorio Emanuele II estese, in sostituzione delle monete locali, la lira piemontese.
Ma il provvedimento formalmente più rilevante per l’unificazione della circolazione metallica del paese venne preso nell’agosto del 1862, con l’istituzione della lira italiana (valore pari a quella piemontese) quale unità di conto e moneta legale con potere liberatorio.