26 Febbraio 2024, 08.00
Val del Chiese Storo
Il ricordo

Ricordando lo «spezial» Nino Scaglia

di Gianpaolo Capelli

Per gli storesi, “spezial”, vuol dire farmacista e il personaggio per antonomasia del Novecento amato, benvoluto, è stato Nino Scaglia, scomparso trent’anni fa il 23 febbraio 1994
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Ricordare Nino Scaglia vuol dire ripercorrere uno spaccato di vita storese del 1900.

Nino Scaglia metteva in scrittura, spesso argutamente e scherzosamente, i fatti quotidiani, i personaggi della sua Storo e dintorni di allora.

I suoi dintorni di Storo erano molto vicini: Casa Rossa, Faserno, Bondone e i suoi luoghi di caccia sui monti di Storo e dell’Alpo, in cui trascorreva qualche ora di svago.

Antonio Scaglia, per tutti il Nino, nasce a Storo nel 1908, muore a Storo il 23 febbraio del 1994
Studi tecnici a Rovereto e Merano, laurea in chimica e farmacia a Pavia.

Si sposa con Maria Giovanelli e dalla loro unione nascono Ermenegildo, Giuliana e Pippo.
Farmacista di professione, ma sempre a disposizione della sua gente ricoprendo nella vita sociale locale diversi incarichi prestigiosi, amato e rispettato dai suoi “coquadar” storesi, che si rivolgevano a lui per consigli medici ma anche a volte per quelli di salute e intimi.

Andando a riprendere quanto scritto di lui sulla locandina della serata in suo onore nel ventesimo della sua morte, 2014, ecco la breve presentazione del “Barba orribile, Spezial di seconda categoria”: il Nino Scaglia, farmacista, scrittore, giornalista, poeta e commediografo, Presidente del Consorzio Elettrico di Storo, della Sezione Cacciatori, della Scuola Materna e del Consorzio irriguo.

È stato il simbolo di un particolare modo di essere storese, ma la sua umana testimonianza è andata al di là del paese, grazie soprattutto alla copiosa produzione letteraria e alla nazionalizzazione delle centrali elettriche locali.

Fu suo il merito della battaglia, vinta, che Nino Scaglia sostenne per evitare la nazionalizzazione dei piccoli consorzi elettrici e del suo di Storo di cui è stato “Presidentissimo” dal 1951 al 1975.
A margine va anche detto che a suo modo fu anche un piccolo imprenditore, non per profitti propri ma per dare lavoro a chi era senza.

Nino Scaglia era cognato dell’indimenticato e stimato dottor Gino Rossi e la loro fu una grande collaborazione fattiva per il bene e la salute degli storesi.

Nel ventennale della sua morte, grazie al Comune di Storo, sindaco allora il Cavalier Vigilio Giovanelli, alla Associazione culturale “Il Chiese” e al suo presidente il professor Gianni Poletti ed a altre associazioni, il 22 febbraio 2014 presso il teatro di Storo, Nino Scaglia fu ricordato in maniera commovente ed esaustiva alla presenza di un folto pubblico storese e non solo.

Nella serata moderata da Maddalena Pellizzari, il saluto fu portato a nome del comune di Storo dall’allora assessore alla cultura Loretta Cavalli, ricordando brevemente il dottor Scaglia.

Presenti in quella serata con i loro ricordi i figli Pippo e Giuliana Scaglia, ma ad onorare la sua memoria furono anche: il farmacista Dino Romanelli, per anni dipendente della farmacia Scaglia di Storo, l’architetto Costantino Giacomolli, ex presidente del Cedis, il professor Graziano Riccadonna , Presidente del Centro Studi Judicaria, il presidente delle filodrammatiche trentine dottor Gino Tarter e l’amico di sempre Paolo Bianchi e da ultimo in conclusione di serata  il professor Gianni Poletti, grande amico dello “Spezial”, che per anni ha seguito e curato la sua vita letteraria di scrittore, commediografo e poeta, valorizzandone i suoi scritti.

Gianni Poletti nel suo intervento, da uomo di cultura, ha dato una immagine poliedrica dell’amico Nino esplorando il suo animo e raccontando cose che molti non conoscono.
Poletti ha esordito dicendo che lo scrivere di Scaglia è stato uno strumento di evasione dalla rountine quotidiana per fare tre cose: rappresentare il paese, i suoi abitanti, interpretare e trasmettere i difetti e i valori della società, società che era fondamentalmente contadina,  società che era chiusa ma era dignitosa orgogliosa di se e delle sue conquiste, vedi la battaglia sostenuta da tutti gli storesi per la salvaguardia del Consorzio Elettrico di Storo con il loro Presidente Scaglia in testa.
In secondo luogo per Scaglia lo scrivere è stato un mezzo per cogliere ed esprimere il senso da dare alla sua vita e alla vita in genere di tutti.

Terzo è stato il mezzo per valorizzare il dialetto con le sue parole cosi pregnanti, caratteristiche spesso intraducibili con le sue sfumature per i suoi modi di dire: dialetto ampiamente ostracizzato nelle scuole elementari di una volta, ne sanno qualcosa gli scolari di allora, adesso della terza età.
Poletti continua dicendo che come scrittore, come giornalista, come poeta e come commediografo Nino Scaglia ha cercato di raggiungere queste finalità, malgrado una formazione scolastica tecnico-scientifica, non umanistica.

Egli ha raggiunto questi scopi, queste finalità utilizzando soprattutto la forma letteraria del racconto e della novella e usando le corde di un umorismo fresco e leggero.
Ampia e varia la produzione letteraria e giornalistica del dottor Nino scrittore, dovuta anche alla direzione del giornale la “Rocca Pagana”.

Ecco le sue principali pubblicazioni.  il romanzo “Lampo racconta” del 1950, “I racconti di Calminaria” del 1953, il romanzo “Caporal Montagna”, l’antologia di poesie “I grilli parlanti”, “Medici e farmacisti” e “Sett’anni di vita storese”, editato dal Cedis di Storo e presentato da Gianni Poletti nel 1984 in occasione degli ottanta anni del consorzio, presidente allora Costantino Giacomolli.

Le commedie che ha scritto sono ben dieci, grande e continuo il successo di alcune di esse nelle rappresentazioni locali, che allietano in video tutt’oggi le serate degli storesi.

Alcuni titoli: “Scarpe e ciopei”, ripresa anche da alcune filodrammatiche trentine, “En da me cà comando mì”, “Chechì portom pasiensa”.

Ecco cosa ha scritto Nino Scaglia alcuni anni fa a proposito delle sue commedie: “Le mie commedie sono lo specchio della mia anima, guardandole si ride per le battute, si ride molto, ma alla fine molti piangono perché il loro sfondo è improntato a profonda umanità”.

Grati i tanti e bravi attori delle commedie del Nino che sotto la sapiente regia del professor Gianni Poletti con le loro belle interpretazioni hanno goduto di visibilità insperata.
In questo trentennale della morte di Nino Scaglia ci si aspettava un ricordo particolare dello “Spezial”, come nel 2014, arriverà magari prossimamente.

“Tempus fugit”, il tempo fugge e porta via anche personaggi che sono stati vicini a Nino Scaglia e ne hanno sempre valorizzato e condiviso gli scritti, il primo di tutti il professor Gianni Poletti, scomparso nel 2023.

Certamente l’Associazione Culturale “Il Chiese” attraverso il suo nuovo presidente Gianfranco Giovanelli saprà tenere vivi e valorizzare gli scritti di Nino Scaglia ma anche quelli del suo fondatore e storico Presidente il professor Gianni Poletti.
Credo sia giusto ricordare e ribadire l’invito del professor Gianni Poletti fatto in chiusura di serata nel 2014.

Il suo sprone da estimatore del proprio paese Storo come lo è stato Nino Scaglia, era rivolto ed è a tutti per valorizzare al meglio il passato della storia di Storo di ieri, ricordandola e tramandarla alle giovani generazioni di oggi ma anche a quelle future.

Testualmente ecco cosa disse allora Gianni Poletti: “Se avete delle memorie storiche del passato portatele all’Associazione “il Chiese”, esse verranno esaminate e quelle più interessanti pubblicate: così possiamo costruire un laboratorio della nostra comunità e continueremo l’opera di Nino Scaglia.”

Invito attuale anche in questo trentesimo anniversario della morte di Nino Scaglia.

Le nostre storie anche se piccole, più o meno importanti, appartengono al futuro di tutti e sono da conservare.

Gianpaolo Capelli

FOTO 1 Nino Scaglia con la moglie Maria Giovanelli
FOTO 2 La figlia Giuliana Scaglia
FOTO 3 Il figlio Pippo Scaglia
FOTO 4 Locandina del 2014

Video Intervento del Professor Gianni Poletti nel ricordo di Nino Scaglia, realizzato da Capelli Videotecnica di Condino




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