15 Aprile 2012, 07.22
Salò Valsabbia
Lettere

«Una scelta che DisOrienta»

Avanti tutta con le prese di posizione in merito alla decisione presa dalle istituzioni di non attivare la IV ginnasio al Liceo Fermi di Salň.

 
Egregi Assessori, Egregi Dirigenti,
 
siamo alcuni insegnanti della scuola secondaria di primo grado che lavorano - e quasi tutti vivono - in una zona periferica della provincia di Brescia, l’alta Valle Sabbia.
Scriviamo a proposito del problema inerente al Liceo Fermi di Salò, ovvero al fatto che anche quest’anno non si riesca a formare la classe prima (IV ginnasio) del Liceo Classico.
Vorremmo integrare le osservazioni a Voi già inviate da Presidenti di Comunità Montane, Sindaci, Assessori Comunali e genitori, osservazioni che ci sentiamo di condividere, con il punto di vista del docente della scuola secondaria di primo grado chiamato dalla normativa ad “orientare studentesse e studenti” ad integrazione dei curricoli di studio e, più in generale, del processo educativo.
 
Come è certamente a Voi ben noto, tale compito si esplica in un insieme di attività che mirano a formare e a potenziare le capacità delle studentesse e degli studenti di conoscere se stessi, l'ambiente in cui vivono, i mutamenti culturali e socio-economici, le offerte formative, affinché possano essere protagonisti di un personale progetto di vita, e partecipare allo studio e alla vita familiare e sociale in modo attivo, paritario e responsabile.
Tali attività nella scuola secondaria di primo grado si sviluppano per tutto il triennio, per sfociare infine a gennaio del terzo anno nella prima grande scelta personale di una ragazza o di un ragazzo dal momento in cui è venuto al mondo: la scelta della scuola secondaria di secondo grado, ovvero la nascita del proprio personale ruolo nella società. Un momento particolarmente delicato e difficile per il ragazzo, visto come persona inserita in un contesto familiare e sociale.
 
La nostra personale esperienza lavorativa ci consente di affermare che dialogo e sinergia traalunno, scuola e famiglia sono gli ingredienti fondamentali affinché il passaggio “iniziatico” al mondo degli adulti avvenga in modo positivo. Non sempre, tuttavia, ciò accade nel migliore dei modi, talvolta per l’assenza o eccessiva lontananza delle scuole, talvolta per interferenze tra i rispettivi mondi emotivi delle persone coinvolte, ma qualche rara volta per responsabilità esterne al processo orientativo, che a nostro modesto parere non dovrebbero esistere.
Accade così che coloro che dovrebbero essere al centro dell’attenzione del sistema si ritrovano invece uniche vittime del sistema stesso.
Può essere solo una pecca tecnica, infatti, quella che arriva a chiedere a dei ragazzi, ai quali era nota ed era stata peraltro assicurata l’esistenza della scuola da loro scelta pur se a 26 Km di distanza, di alzarsi la mattina alle 5.30 per recarsi a scuola a 50 Km da casa loro e rientrare nel pomeriggio alle 15.10, ovvero quasi 10 ore fuori casa per farne 5 a scuola.
Può essere solo una pecca tecnica quella che chiede a dei ragazzi di scegliere un percorso scolastico e, dopo qualche giorno dalla scelta, chiede loro di cambiarla, di pensarne un’altra.
 
Possiamo testimoniare che una delle situazioni che crea più difficoltà agli alunni nel contesto dell’orientamento è quando viene chiesto loro di operare DUE scelte; in molti casi il ragazzo entra in uno stato di smarrimento e di confusione: mi hai guidato per anni a conoscere me stesso, le mie attitudini, i miei interessi, le mie capacità, mi hai portato a conoscere la realtà scolastica e lavorativa che mi circonda, mi hai guidato verso la MIA scelta, l’ho fatta e subito dopo tu mi chiedi di farne un’altra?
Viene chiamato RIorientamento, ed è comprensibile se collocato dopo un fallimento del primo anno di superiori, ma se si verifica nel corso della terza media è più vicino al vissuto dell’alunno chiamarlo DISorientamento, ma il DISorientamento delle istituzioni, non dell’alunno, che invece lo subisce.
 
Sappiamo bene che situazioni analoghe a quelle degli alunni della classe prima del Liceo Classico di Salò si verificano purtroppo anche in caso di classi prime soprannumerarie, ove ad alcuni alunni viene chiesto di riorientarsi. Ci preme sottolineare che per ciascun ragazzo il grave problema personale è lo stesso.
Per noi operatori sul campo e per Voi rappresentanti delle Istituzioni, invece, situazioni così eclatanti come un’intera classe prima che scompare al Classico di Salò, situazioni così gravi come il serio rischio di perdere l’intero corso di studi del Liceo Classico in una vasta area geografica e per un ampio bacino d’utenza devono essere l’occasione per raccogliere il problema, per poi confrontarsi, riflettere e trovare delle soluzioni. Ed è quanto ci ha spinto a scriverVi proprio oggi.
La soluzione a nostro avviso c’è, e sta in Voi e nella Politica con la P maiuscola, quella aristotelica, quella che nasce per gestire positivamente i problemi sociali. Nel nostro piccolo noi possiamo provare ad esprimere semplici suggerimenti concreti, quali una maggior elasticità nella definizione del numero di alunni per classe relativamente a situazioni specifiche quali corsi a sezione unica in realtà periferiche, oltre che un’analisi accurata dei consigli orientativi e del percorso scolastico in caso di classi con iscritti soprannumerari o nel caso di classi a rischio formazione.
 
Una soluzione positiva è ciò che auspichiamo avvenga per tutti quei ragazzi che, iscrivendosi oggi ad una scuola superiore, si ritrovano senza loro colpa a doversi “riorientare”.
Naturalmente auspichiamo una soluzione positiva anche in questo odierno e così significativo “incidente tecnico” avvenuto lungo il percorso unico ed irripetibile di 16 ragazzi che, non appena affacciatisi al mondo dei “grandi”, hanno sbattuto subito contro una porta che gli è stata chiusa in faccia proprio dalla struttura educativa preposta ad accoglierli. Umanamente un triste episodio.
Vogliamo augurare a ciascuno di questi ragazzi che la Politica con la P maiuscola non abbia a deluderli in così giovane età.
 
Ringraziando per l’attenzione, porgiamo distinti saluti
 
Idro (BS), 14 aprile 2012
f.to Bini Elena
f.to Moreni GianMario
f.to Venturini Amedeo
f.to Bonardi Serena
f.to Praticò Teresa
f.to Attanasi Vincenzo
f.to Granito Rossella
f.to Ognibeni Maurizia
f.to Trevaini Yanos
f.to Ghidinelli Giovanni
f.to Sfondrini Emanuela
f.to Monterosso Alessandra
f.to Vedovelli Maria


Commenti:
ID18899 - 16/04/2012 19:07:48 - (GabrieleVate) - e io che continuo

a pensare che un'area cosi vasta non possa esprimere solo 16 alunni che vogliono il Classico. Giusta la sinergia alunno-scuola-famiglia, aggiungo anche che si dovrebbero sfatare certi presunti "miti" che vogliono al classico solo i secchioni e che questo liceo porta a un nulla. Per esperienza personale (mio figlio) posso affermare che forse e' proprio quello che offre una preparazione completa, ma a suo tempo ce ne volle per convincerlo che non era un secchione sfigatello.

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