«Il Bigio? Se non lo volete, lo teniamo noi»

Se il Bigio non si volesse proprio ricollocare al suo posto in Piazza della Vittoria, in città, potrebbe essere esposto al MuSa di Salò.
E' l'invito riproposto a distanza di qualche anno dal sindaco salodiano Giampiero Cipani, questa volta non alla Loggia, come nel 2015, ma direttamente al sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.

Nell’immediato dopoguerra la statua realizzata in marmo di Carrara da Arturo Dazzi nel 1932, alta ben sette metri e mezzo, fu oggetto di numerosi atti di contestazione antifascista, fino alla sua “segregazione” in un magazzino nel 1945.

Nel 2013 la Giunta del sindaco Paroli aveva dato il via al restauro dell'opera, ipotizzando di riposizionarlo nella sua collocazione originale. La successiva amministrazione Del Bono ha però bloccato il progetto, temendo che la ricollocazione della statua in piazza venisse mal interpretata come un'operazione apologetica o celebrativa del regime fascista.
Cipani, in merito, ha così specificato: “Il naturale recupero della statua avrebbe una finalità squisitamente ed unicamente museale. Tanto più che il MuSa contiene una sezione dedicata al tragico periodo della Rsi (meglio conosciuta con il nome di Repubblica di Salò)”.

Sgarbi non ha escluso che la Commissione convocata dal Ministero valuti seriamente il Museo di Salò per la ricollocazione del Bigio.

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