09 Maggio 2023, 10.30
Salò
Teatro

«Per mia fà nom...»

di Redazione

Questo giovedì sera al Palazzo della Cultura di Salò, nell’ambito della rassegna “La poesia del dialetto”, la commedia in dialetto bresciano di Fabrizio Galvagni


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Per la rassegna “La poesia del dialetto”, promossa dagli Atenei di Salò, Brescia e Bergamo, nell’ambito dell’anno della Cultura, questo giovedì 11 maggio 2023, alle ore 20.30, presso il Palazzo della Cultura di Salò, in via Leonesio 4, andrà in scena la Commedia in dialetto bresciano di Fabrizio Galvagni, Per mia fà nom... con la voce recitante di Carlo Pardi.

Per una volta non si ride: il pubblico che al dialetto chiede solo la risata sgangherata, l’espressione grassa, piccante, liberatoria rimarrà deluso da questo.

Nato quasi per caso (l’autore confessa di non essersi mai occupato prima di teatro e di non avere intenzione di occuparsene in futuro) il monologo è una pièce teatrale in dialetto bresciano che, dietro le vicende del protagonista – il signor Primo – racconta la storia di un’intera generazione, quella che ha conosciuto le tragedie del Novecento, la guerra, la fame, la miseria e che ha sognato per la generazione dei figli (cui l’autore appartiene) un futuro migliore.

Il sottotitolo dell’opera è infatti omaggio a una generazione e alla sua lingua, tenendo ben presente che la storia di questa generazione è stata tutta vissuta e raccontata in dialetto, nella lingua dei padri e della terra.

Per mia fà nom... è l’intercalare inconsapevolmente ossessivo con cui il protagonista, nella miglior tradizione dell’affabulazione di noi bresciani, marca il suo eloquio sentenzioso e immaginifico; e lo fa proprio quando il nome in questione l’ha appena pronunciato o è infallibilmente sul punto di rivelarlo.

Ospite di una casa per anziani, mentre attende invano che una suora, un’infermiera – un Godot in camice bianco insomma... – provveda a cambiargli il flebo ed appare evidente che nessuno ha tempo o voglia di assecondare la sua richiesta, il signor Primo ci racconta, come fosse un film, la sua esistenza.

E così il prosaicissimo flebo, quel flebo che nessuno verrà mai a cambiargli, si fa allegoria della vita.

Se la composizione di questo lavoro è assolutamente casuale, altrettanto lo è stato l’incontro con Carlo Pardi – tanto per mia fa nom! – colui che da una decina d’anni interpreta magistralmente la parte del signor Primo. Casuale o no, il connubio tra Pardi e Galvagni è sicuramente un connubio di successo, dato che la pièce continua, inossidabile nel tempo, a ottenere il plauso di un pubblico che al dialetto non chiede solo la risata grassa e sgangherata, ma anche il ragionamento pacato, il sorriso (lieve o amaro che sia), la meditata riflessione.



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