ferite difficili da rimarginare

Manca ancora di montare i cancelli, poi � veramente tutto finito, ma solo per quel che riguarda i danni esteriori.
Per sistemare il resto di tempo ne servir� ancora parecchio.

Ci avviciniamo allo scadere dei due anni, da quando la terra si � ribellata sconvolgendo le case, i cuori e le menti di molti valsabbini e gardesani.
Flora � l’unica negoziante di Clibbio, la frazione di Sabbio Chiese che insieme a Pompegnino di Vobarno del terremoto ha subito i danni pi� evidenti, quella notte aveva perso la capacit� di sorridere.
L’ha riconquistata da alcune settimane, da quando � tornata in possesso della sua bottega al pian terreno della casa rifatta fin dalle fondamenta, dopo mesi e mesi con gli scaffali piazzati nel garage della suocera.

Gli infissi al primo piano sono ancora da sistemare, al momento il secondo � tutto vuoto, ma si pu� tirare un sospiro di sollievo.
“Sarebbe un peccato lamentarsi � ci dice da dietro il bancone quando le chiediamo come va -, in fin dei conti stiamo tutti bene e le cose un po’ alla volta stanno andando a posto. Le istituzioni nei mesi della ricostruzione le abbiamo sentite vicine a tutti i livelli”.
Poi precisa: “L’ultima parte del contributo per la ricostruzione (69mila euro) � partito da Brescia alla fine di settembre e ancora deve arrivare a Sabbio, per� sappiamo che arriver� -. Peccato solo per la decisione di stabilire il tetto massimo di spesa a 150mila euro. Quella s� che � stata una fregatura”.

I conti che giustificano la “fregatura” sono presto fatti per la famiglia di Flora e di Sergio Bianchi che per abbattere e ritirar su casa e negozio finiranno col superare abbondantemente i 400 mila euro: per l’abitazione il contributo ammonta a 150 mila euro, il massimo previsto, 80 mila sono per il negozio, “coperto” al 60%, aggiungete pure i 34 mila elargiti dalla Fondazione Cariplo che ha voluto sostenere il ripristino dell’unica attivit� commerciale del paese, ne restano ancora 150 mila da coprire con un mutuo.

Non proprio una passeggiata per Flora, e per il marito che lavora come operaio alla Feralpi di Lonato. “Sono pi� di 4 milioni al mese per 10 anni. Questo ci ha lasciato il terremoto � dice Flora col pensiero alle vecchie lire consegnando ad una ciente una bottiglietta di passata di pomodoro -. Ce la faremo, ma che fatica”.

“C’� poi un’altra cosa che mi preoccupa � ci confida -. Roberta che ha 17 anni non ne vuol sapere di tornare nella sua cameretta dove quella notte era rimasta seppellita dai libri, da computer e tv. Dice che � troppo spaventata e insiste per stare a vivere con la nonna”.

Sono queste, forse, le ferite pi� difficili da ricucire.

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