24 Aprile 2008, 00.00
Sabbio Chiese
Le isole di Ulisse

CorfĂą, Itaca, Cefalonia, Zante e le isole minori

Erikoussa, Othoni, Mathrakě, Paxě, Skorpios, Madourě, Meganěssi, Arkoudi, Kŕlamos, Kŕstos, Atokos, Petalas, Makrě, Oxia. Sono i nomi meno noti degli isolotti del Mar Ionio, mentre quelli piů conosciuti sono delle mete davvero interessanti.

Erikoussa, Othoni, Mathrakì, Paxì, Skorpios, Madourì, Meganìssi, Arkoudi, Kàlamos, Kàstos, Atokos, Petalas, Makrì, Oxia.
Sono i nomi meno noti degli isolotti del Mar Ionio, ai quali si aggiungono un numero imprecisato di scogli, molti dei quali disabitati, disseminati fra le isole maggiori e la costa continentale dell’Etolia. Forse la sola Skorpios gode di una certa popolarità per l’ormai lontano mito di Onassis e di Jacqueline Kennedy.
Ma quando si passa ad elencare le isole piĂą grandi, non sono pochi coloro che ne conoscono il nome e le apprezzate bellezze naturali.

CorfĂą
Corfù è la più settentrionale e la più conosciuta delle isole greche dello Ionio, ad un tiro di schioppo dalle coste albanesi e non molto lontana da quelle della Puglia.
E’ l’isola dei Feaci e della bella Nausicaa, ultimo platonico amore di Ulisse prima del suo definitivo ritorno all’amata Penelope.
Corfù (Kérkyra) è anche il nome del capoluogo costruito su una stretta lingua di terra che separa le due baie di Gouvia a nord e Garitsa a sud.
Ospita la vecchia fortezza veneziana, divisa dalla terraferma da un fossato artificiale che dĂ  sulla bellissima spianata, superata la quale ci si addentra nel centro storico. Poco a nord, ecco il nuovo Forte Veneziano, costruito fra il 1576 e il 1588.
Ma è l’intera cittadina, con i suoi “cantoni”, con le case che recano i segni dell’influsso italiano, con i signorili palazzi inglesi in stile georgiano, i molti balconi e finestre con ringhiere ed inferriate in ferro battuto, a rendere deliziosa la visita e gradevoli le soste.
Corfù è isola moderna e cosmopolita; ciò non impedisce d’incontrare, specie nei villaggi dell’interno, donne che indossano ancora il tradizionale vestito bruno dai mille ricami.

Leucade
Puntando a sud, superate le isole di Paxi e Andipaxi, si arriva all’isola che i veneziani chiamavano Santa Maura; si può definire con un gioco di parole un’isola-non-isola, un tempo penisola. I Lelegi (i primi abitanti) o, secondo altri, i Corinzi, avrebbero scavato il fossato che, attraverso un ponte di cinquanta metri, la collega alla terraferma.
Il nome deriva dalle bianche rocce del suo promontorio più meridionale, dal quale si sarebbe gettata la poetessa Saffo ponendo fine ai suoi giorni per una delusione d’amore. Inoltre, la località di Nydrì, secondo l’archeologo Derpfeld, altro non sarebbe che l’Itaca di Omero.
L’aspetto fisico occidentale dell’isola è caratterizzato da alte scogliere che sovrastano spiagge di sabbia dorata; la costa orientale digrada al contrario più dolcemente ed è per tale motivo la più abitata. Arrivando a Lefkada dal continente, prima del ponte, c’è il castello di Santa Maura costruito nel 1300 da Giovanni Orsini, teatro nel tempo di cruente battaglie contro i turchi, i pirati, gli avventurieri.

Cefalonia
Da Nydrì, porto di Lèucade a Cefalonia (Kefalonia) il tragitto per mare è abbastanza breve. Con i suoi quasi mille chilometri quadrati di superficie, questa è la più estesa delle isole dello Ionio. Deve il proprio nome ai Kefallines, già citati nell’Iliade di Omero e più tardi da Erodoto.
Le bellezze naturali dell’isola non sono poche; nella zona del monte Enos (1628 metri, la cima più elevata) si trova il raro abete nero e l’intera isola conta oltre mille specie di piante diverse. Un altro fenomeno geologico di notevole interesse è dato da un lungo cunicolo sotterraneo, un vero e proprio fiume, che da Katavothres, poco a nord del capoluogo Argostoli, attraversa l’intera isola per sbucare, dopo dodici chilometri, a Karavomylos, nella baia di Sami.
Le acque salmastre che scorrono nel ventre dei monti danno poi vita, nella parte terminale del loro corso, a numerosi laghetti, il piĂą bello dei quali si trova nella grotta di Melisani.
E’ una grotta che misura centosessanta metri e per oltre un terzo è occupata dal lago la cui superficie “scoperta”, vale a dire con vista verso il cielo, è a ventidue metri di profondità. Le acque, che cambiano colore secondo le ore del giorno, offrono una gamma infinita di verdi, azzurri, indaco e cobalto; uno spettacolo davvero unico.

Itaca
Oltre lo stretto braccio di mare che la separa da Cefalonia, c’è la patria del leggendario Ulisse.
E’ l’isola della memoria, del ritorno a casa; metafora dell’approdo finale, dopo le traversie della vita. Sopra il porticciolo di Piso Aetos si trova la collina con le rovine dell’acropoli dell’antica città di Alkomenes dell’VIII secolo a.C., chiamata dai locali Kastro Odysseas (castello di Ulisse).
Superato lo strettissimo istmo che unisce il sud al nord dell’isola (largo solo seicento metri, con visioni da brivido sui due mari), si può salire al Monastero di Katharon, a un’altitudine di ottocento metri, dal quale si gode un panorama unico: le isole minori, la costa continentale della Grecia, Zante, Cefalonia e persino l’imbocco del golfo e di Patrasso.
Nella parte nord di Itaca, altre testimonianze della presenza di Ulisse: il porto di Polis con la grotta di Loizos nella quale sono stati rinvenuti cocci di vaso con iscrizioni dedicate al culto di Artemide, Era e Atena, oltre dodici tripodi, anch’essi dono dei Feaci a Ulisse. Quindi il paesino di Stavros, sede di un piccolo e significativo museo archeologico, la collina di Pilikati, con gli scavi che starebbero a testimoniare come il palazzo di Ulisse si trovasse in quest’area.

Zante
Altro breve tragitto marino ed eccoci nell’isola più meridionale del gruppo delle Ionie, detta in italiano anche Zacinto. Omero la ricorda come “iliessa” e ne indica l’origine del nome da Zàkynthos, figlio del re di Frigia, Dardano. Zante ha sempre avuto, nel tempo, uno stretto legame con la cultura e le arti, tanto da essere definita la Firenze del Levante. Qui veniva venerato Apollo, il dio della musica e qui il canto greco, durante la dominazione veneziana, si è sviluppato in maniera autonoma con la celebre “kantada zakynthinì”.
La città, dopo le distruzioni del terremoto del ’53, è stata ricostruita lungo la collina che dal Kastro, il castello veneziano con i suoi bastioni ancora visibili, scende verso il mare. Nella sottostante zona di Bochali, con le sue stradine piccole e tranquille, c’è la città vecchia. Quella nuova presenta invece ampie strade, belle piazze con edifici caratteristici, quali la Casa del Governo.
La chiesa di San Dionisio, protettore dell’isola, ha un alto campanile che richiama alla mente quello di San Marco a Venezia, mentre la chiesa rinascimentale di San Nicola del Molo possiede un campanile bizantino.
Nel resto dell’isola, interessanti sono il castello veneziano di Volimes e alcune chiese con affreschi del XII e XIV secolo.
Da non trascurare, fra le bellezze naturali, la splendida Galazia Spilià (grotta azzurra), nella parte nord occidentale dell’isola, la spiaggia sabbiosa di Laganas luogo di riproduzione delle famose tartarughe di mare “Caretta Caretta” e le coste sud occidentali che ospitano alcuni esemplari di foca monaca. La grotta di Xighìa, al sud, è nota per avere una fonte di acqua sulfurea che, gettandosi in mare aperto, lo colora di bianco sino a cinquecento metri dalla costa.

Queste sono le isole maggiori dello Ionio.
Area Viaggi vi potrà consigliare i tragitti più brevi e comodi per raggiungere questi angoli di paradiso e dove soggiornare per poter assaporare nel miglior modo possibile l’atmosfera ellenica.


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