28 Novembre 2012, 09.59
Provincia
Centro Studi Aib

Produzione industriale, nuova flessione a ottobre

di Redazione

L'attivitŕ produttiva delle imprese manifatturiere bresciane ha registrato in ottobre - secondo il Centro Studi di Associazione Industriale Bresciana - una nuova flessione, dopo l'incremento rilevato nella rilevazione precedente.

La domanda dall’interno continua a mostrare segnali di forte difficoltà, e si percepisce un rallentamento delle vendite indirizzate sia verso i Paesi comunitari, su cui grava l’indebolimento dell’economia tedesca, sia nei confronti di quelli extra UE, che finora hanno fornito un importante sostegno al made in Brescia. Nel dettaglio, la produzione è diminuita per trenta operatori su cento, con un saldo negativo del 6% tra imprese che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione, mentre il livello di attività produttiva è giudicato inferiore rispetto al potenziale dal 55% del campione.

La segmentazione della dinamica congiunturale per settore evidenzia una significativa eterogeneità: la produzione è dichiarata in aumento dalle imprese dell’agroalimentare e caseario, carta e stampa, chimico, gomma e plastica, legno e mobili in legno, materiali da costruzione ed estrattive, metallurgico e siderurgico, meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche, tessile. Per contro, si rilevano rilevanti contrazioni per gli operatori attivi nell’abbigliamento, calzaturiero, maglie e calze, meccanica tradizionale e mezzi di trasporto.

L’andamento per classe dimensionale denota un aumento della produzione nelle imprese medio-piccole e grandi; è invece diminuita per le micro, piccole, medio-grandi e maggiori.

L’utilizzo degli impianti riflette nel complesso l’evoluzione dell’attività produttiva, con una quota del 34% delle imprese che dichiara di averlo diminuito. Il livello di utilizzo, rispetto al potenziale, è ancora giudicato basso dal 48% del campione.

Le vendite sul mercato nazionale hanno sperimentato una decisa flessione, con un saldo negativo del 26% tra operatori che dichiarano variazioni in aumento e in diminuzione; quelle nei Paesi UE ed extra UE hanno registrato saldi negativi rispettivamente del 9% e dell’8%.

Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime risultano sostanzialmente adeguate alle esigenze dalla maggioranza degli operatori. La manodopera è rimasta invariata per il 76% delle aziende ed è diminuita per il 17%.

Le previsioni a breve termine restano molto negative e non lascerebbero intravedere al momento alcuna interruzione dell’attuale processo recessivo: per la produzione, il saldo tra imprese che prevedono variazioni in aumento e in diminuzione è di meno 39%. Le prospettive sull’utilizzo degli impianti risultano in flessione per il 45% delle imprese. La forza lavoro è prevista stabile dal 73% del campione, in aumento dal 4% e in contrazione dal 23%.

Gli ordini dal mercato interno sono attesi in ribasso dal 49% delle aziende, con un saldo negativo del 46% tra imprese che dichiarano variazioni in aumento e in diminuzione; quelli dai Paesi UE ed extra UE presentano saldi negativi rispettivamente del 19% e del 9%.

L’Indagine viene effettuata mensilmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero.



Commenti:
ID25465 - 28/11/2012 11:05:35 - (Giacomino) - Siccome si pensa di costruire

altri mega-centri commerciali non si capisce come questo sia compatibile con il calo della domanda interna. Viene da pensare che: O qualcuno non la racconta giusta oppure sono in atto scopi non troppo confessabili. Infatti; se l'industria con il suo reddito ed i suoi posti di lavoro sono in calo, non può essere in espansione il settore del commercio. Ammenoché.

ID25498 - 28/11/2012 16:08:29 - (Baldo degli ubaldi) - chissà perchè

Aumneto della pressione fiscale sulle imprese IL 109% della bustapaga di un operaio viene versato dalla ditta allo stato, Zero aiuti dal governo per le imprese , legislazione che tutela chi non paga e una burocrazia vergognosa impediscono qualsiasi tipo di aumento produttivo.

ID25506 - 28/11/2012 17:07:31 - (Dru) - Perchè

altrimenti non ci sarebbero i soldi per pagare il pubblico, non mi meraviglierei che a giorni esca qualche condono , anche se ormai rastrellano poco anche con quelli.

ID25507 - 28/11/2012 17:18:47 - (Dru) - voglio dire

a coloro che voteranno a sinistra in italia, di scordarsi la diminuzione dei cunei fiscali e di qualsiasi aliquota che colpisca il clientelismo pubblico a vantaggio di quelle classi che votano a destra, sopratutto per chi voterà per Bersani che condisce le sue parole con profumo di sinistra, come gli ha fatto sapere oggi Vendola, sarebbe una contraddizione per la sinistra stessa, sarebbe come chiedere al capitalismo che la smetta di sovra-produrre e di pensare un poco al bene comune, sarebbe una contraddizione in seno al capitalismo che lo farebbe così morire, come successo in Unione Sovietica.Chi sceglie per la sinistra di Bersani oggi sceglie per andare contro le disposizioni europee, che non è contraddittorio per le classi che lo sostengono, è contraddittorio per chi vuole seguire l'Europa.Lui sapientemente nasconde di dire questa verità perché lo ucciderebbe all'istante, infatti sarà dopo, nel governare, che esploderanno queste

ID25508 - 28/11/2012 17:23:24 - (Dru) -

contraddizioni. Allora o dopo governerà e renderà le promesse , il profumo di sinistra, delle frottole, o esploderà in tutta la sua virulenza la contraddizione con l'Europa. Questa la contraddizione per chi spera in un successo delle sinistre e ha magari aziende a carico da mandare avanti, deve solo sperare che dica frottole e si allinei alle volontà europee e non ai profumi degli stufati di Vendola.

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