La Via Valeriana, strada antica tra antichi borghi, mulattiere e scorci unici. Riscoprendo la pace ed il silenzio...
La Via valeriana percorre l’antica strada realizzata dal generale Gaio Publio Licinio Valeriano che, trovandosi nel 253 d.C. nella Rezia, antica regione che collegava parti di Svizzera, Austria, Trentino Alto Adige e Lombardia, aveva necessità di una via che permettesse un veloce spostamento dall’Italia fino ai bacini del Reno e del Danubio, per radunare le truppe romane.
Pare però che questa via risalga al periodo medievale e che il suo nome derivi da "vallesiana" cioè Strada di Valle.
Ancor oggi in quote oltre medio e alto lago, si possono individuare un articolato sistema di mulattiere che consentiva l’integrazione tra l’agricoltura e le risorse forestali con i pascoli del Guglielmo e di Zone, dove sorgenti e torrenti davano energia a mulini e torchi.
Oltre al ferro, la pietra ed il legname, molto importante era l’allevamento di ovini che fornivano materia prima per la creazione di panni e di lana dove poi, due secoli dopo, verrà introdotta la seta.
La Via valeriana era anche conosciuta come un itinerario di devozione.
Infatti è notevole la presenza di chiesette, santuari, eremi e cappelle, che anticamente svolgevano la funzione di punti di assistenza e di ristoro a viandanti e pellegrini.
Strutture che oggi contribuiscono a caratterizzare l’importanza storica della Via Valeriana.
Nel frattempo nel 1850, si conclude la strada costiera incisa nelle pareti della Corna Trenta Passi fino a Marone, mentre nei primi anni del '900 la linea ferroviaria arriva a Pisogne.
Vie di comunicazione, entrambe, che determinano grandi cambiamenti insieme alla navigazione a vapore.
La leggenda di Carlo Magno nel cuore delle Alpi
Certamente, numerosi furono i personaggi importanti che utilizzarono la Via Valeriana per i loro spostamenti; di uno, in particolare, ne è rimasta la traccia, metaforica.
Si tratta di Carlo Magno, imperatore del Sacro Romano Impero, che durante il suo regno (ottavo secolo), trovò anche il tempo di percorrere la Valle Camonica con l’intento di soggiogarla, sia civilmente, infeudando il territorio, sia religiosamente, fondando numerose chiese e cappelle.
I documenti che parlano di questo viaggio sono, per la verità, molto posteriori ai fatti, tanto che, secondo alcuni storici, si deve parlare più correttamente di leggende o di tradizioni popolari.
Secondo queste ultime, Carlo Magno, con il suo esercito, sarebbe partito da Pavia in direzione di Lodi, dove avrebbe seguito il corso dell’Adda sino a Trezzo, dove avrebbe attraversato il fiume per raggiungere la vicina Bergamo.
Da qui, seguendo la Val Cavallina, avrebbe raggiunto la Val Camonica transitando da Lovere.
Il tratto camuno del percorso carolingio utilizza la Via Valeriana in sinistra orografica da Boario a Edolo, ed in destra orografica da Edolo al Passo del Tonale.
Per il viaggio di ritorno, Carlo Magno non ripassò per la Valle Camonica ma, superato il Tonale, raggiunse Verona percorrendo, per buona parte del viaggio la valle dell’Adige.
L’Antica via abbracciava tutto il lago d’Iseo ed i percorsi erano e sono quattro:
1 - da Fantecolo di Provaglio d’Iseo al tonale destra orografica di km 135
2 - da Fantecolo di Provaglio d’Iseo al Tonale sinistra orografica di km 128
3 - da Fantecolo di Provaglio d’iseo all’aprica destra orografica km 123
4 - da Fantecolo di Provaglio d’iseo all’aprica sinistra orografica km127
Per individuare la destra orografica e la sinistra orografica, si danno le spalle alla direzione dalla quale proviene il flusso dell’acqua (per esempio la sorgente o l’altra valle).
La parte della valle o del territorio attraversato dal fiume che sta a destra è la destra orografica.
L’altra parte è la sinistra.
Una definizione che puo’ essere estesa a tutti i fluidi unidirezionali.
La Via valeriana si fa apprezzare soprattutto in solitaria, devo dire, assaporando ogni attimo con i suoi silenzi, la sua storia e i suoi panorami a mezza costa tra lago e montagna.
La Via si svolge in gran parte su strade campestri, strade sterrate che con i loro muretti in pietra a secco (che riportano ancora di piu’ nel passato) e strade asfaltate a basso traffico.
Queste ultime sono presenti soprattutto nell’attraversare piccoli paesini, difficilmente visitati in altro modo perchè fuori mano, ma ricchi di storia e di arte.
Impossibile perdersi, il tracciato è ben segnalato fin da subito con una V di colore giallo e marrone e ad ogni incrocio e bivio si trova una efficace cartellonistica informativa e relative frecce.
Il mio percorso sarà di una tappa di 35 km con partenza da Fantecolo di Provaglio d’Iseo per arrivare a Pisogne seguendo il segnavia 291.
Fin dall’inizio capisco che mi dara’ grandi emozioni e stupore, soprattutto costeggiando la Riserva Naturale delle Torbiere, con i suoi specchi d’acqua e il suo suggestivo scenario, arrivo a Pilzone d’Iseo, attraverso i territori di Sulzano, Sale Marasino, Marone, Zone.
Per tutto il percorso sono sempre accompagnata dalla bellissima vista del Lago d’Iseo e dalle montagne circostanti.
La Via Valeriana è facilmente percorribile fino a Sale Marasino, poi incomincia ad inerpicarsi verso Marone, con le frazione di Vesto, Pregasso e Colpiano, dove in lontanaza si vedono le Piramidi di Erosione di Zone a testimonianza del passaggio del ghiacciaio durante la glaciazione würmiana.
Proseguo ormai stanca verso Zone fino a raggiungere la Croce di Zone, da qui ormai manca poco, circa un’oretta e mezza, per arrivare a Pisogne attraversando l’ultimo tratto della via tra boschi di abete rosso, faggi, prati pascoli e cascinali.
Vi consiglio di percorre la variante (di circa due ore e mezza in piu’ ..ma merita) con segnavia 229 dalla frazione di Cusato di Zone conduce alla vetta trenta passi dalla quale si gode il panorama di tutto il lago e le Prealpi che lo circondano.
Ricordate che con il camminare lento e profondo si arriva dappertutto.
Sonia Piccoli -
Camminando qua e là