«Un vizio di forma da sanare al più presto»

Errore formale, errore procedurale, vizio di forma.
Comunque lo si chiami, è costato molto caro a quaranta Comuni bresciani, che sono stati esclusi dal bando regionale per l’assegnazione dei fondi alle Cer, le Comunità energetiche rinnovabili, per aver fatto inoltrare la domanda dal partner tecnico Garda Uno invece che dal sindaco o da un rappresentante dell'ente comunale.

L’ambizioso progetto prevede un investimento di 41 milioni di euro per creare oltre 250 impianti per la produzione di energia rinnovabile (fotovoltaico, ma non solo), con una potenza superiore ai 17 Mwh al servizio di un bacino di 278mila abitanti.

Tra i Comuni esclusi, che si sono uniti in un ricorso al Tar per far valere le proprie ragioni, la maggior parte sono gardesani, della Valtenesi, e della bassa bresciana, ma nell'elenco sono presenti anche il valsabbino Roè Volciano – ne avevamo scritto qui - Muscoline e Prevalle.

“Un errore dalla dinamica semplicissima – ci ha detto il sindaco di Prevalle Damiano Giustacchini. - Tutti abbiamo affidato l'onere del caricamento della domanda a Gardauno pensando che fosse l'iter corretto, e nessuno ci ha informato del contrario nemmeno in corso d'opera, bisogna dirlo. Ci siamo già affidati ad un legale e uniti al ricorso tramite apposita delibera affinché venga rivista la nostra esclusione da un bando così importante.

E' una faccenda che ha dell'incredibile, e anche da Garda Uno si sono detti sorpresi: se dalla Regione fosse arrivata tempestivamente una richiesta di soccorso istruttorio, l'irregolarità della domanda avrebbe potuto subito essere sanata”.