L'Associazione Industriale Bresciana esprime in una nota il proprio rammarico per la situazione di stallo che si sta creando con il sindacato e chiama in causa la mediazione del Prefetto
«L’Associazione Industriale Bresciana desidera esprimere il proprio rammarico per la situazione che si sta creando alla Leali-Klesch».
I fatti sono noti. Il gruppo Leali è passato recentemente al gruppo Klesch, nell’ambito di una procedura concorsuale non priva di incertezze che hanno fatto temere fino all’ultimo momento il dramma del fallimento.
«Ora tutto rischia di nuovo di esser messo in discussione per Roè Volciano – scrive in una nota l’associazione di via Cefalonia –. Si tratta di uno stabilimento da anni in cassa integrazione, generosamente concessa, giudicato non strategico da parte di tutti i possibili acquirenti del gruppo Leali, a differenza di Odolo e Borgo Valsugana.
Klesch ha accettato di includere nel piano di salvataggio anche i 65 dipendenti di Roè Volciano, chiedendo in cambio la trasformazione di una parte del premio di risultato da fisso a variabile, collegato cioè al raggiungimento di obiettivi aziendali predeterminati. Come? Trasformando circa 1.500 euro dell’attuale premio di produzione, oggi di 8.000 euro, tutti fissi e garantiti, in importo variabile collegato all’andamento aziendale.
Nel sindacato qualcuno ha alzato le barricate, all’insegna dello slogan “il premio fisso non si tocca”. Con la conseguenza che, se salta tutto, se Klesch dovesse dire basta, salterebbe non solo il premio fisso dei 65 addetti di Roè Volciano, ma anche il loro posto di lavoro, così come quello degli oltre 300 dipendenti di tutta la Leali, Odolo e Borgo Valsugana compresi. E’ chiaro che così non si va da nessuna parte, non si esce dalla crisi, non si creano posti di lavoro, ma anzi si distruggono.
Esprimiamo allora un fermo invito a considerare i fatti nella loro oggettività, a negoziare avendo come primario obiettivo la salvaguardia delle aziende e dei posti di lavoro, abbandonando definitivamente le posizioni sterili, che non contribuiscono a risolvere i problemi e che rendono il nostro territorio sempre meno attrattivo per nuovi investimenti. Non serve a nulla contare i posti di lavoro perduti, se non si sanno salvaguardare, anzitutto, quelli esistenti.
Da parte di AIB faremo di tutto per evitare che Klesch tragga conseguenze definitive da questa situazione, ma invitiamo contestualmente il Sindacato ad una più approfondita riflessione. Rivolgiamo anche un preoccupato invito alle Istituzioni, a cominciare dal Prefetto, affinché intervenga, con la sua capacità e con la sua competenza, per evitare che un’azienda importante e strategica come la Leali possa restare vittima di un conflitto sindacale, vanificando gli sforzi dell’impresa, della magistratura e dei nuovi imprenditori per la ricerca di una soluzione positiva al problema occupazionale di tutti i dipendenti».
hai ragione bob 63. ci vogliono far credere che è più importante il presidenzialismo del pranzo a mezzogiorno. io invece credo che questo sia un tentativo per distogliere l'interesse del popolo dai problemi reali.
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ID32743 - 06/06/2013 11:33:21 - (bob63) - essere o avere
Bel casino.. coniugare gli interessi di tutti e' un dilemma, in particolar modo per chi lo vive, salvaguardare tutti rinunciando a una buona fetta di compensi, oppure in maniera cinica e egoistica del si salvi chi puo', personalmente penso che sia meglio amputare un braccio piuttosto di perdere il paziente, ovviamente nulla deve essere intentato ma purtroppo il coltello ce l'hanno dalla parte del manico gli acquirenti, solo rilanciando l'economia si potra' reintegrare tanta manodopera, ma purtroppo siamo ancora in alto mare, troppo presi da presidenzialismo e "porcellum", come se ai dipendenti Leali la cosa interessi piu' del loro futuro.