Uccelli protetti e reti, capannista nei guai

La lunghissima «stagione» del bracconaggio sembra destinata a non chiudersi mai nel Bresciano.
Lo dimostra anche l’ultimo episodio registratosi in ordine di tempo: la recentissima operazione portata a termine a Odolo dagli agenti del corpo forestale dello Stato, ma su indicazione e con il supporto degli agenti venatori volontari del Wwf.

Nella giornata di sabato, l’avvistamento di un raro e protetto zigolo giallo in una voliera piazzata nel giardino di una abitazione ha fatto scattare un controllo rivelatosi purtroppo proficuo.
Gli agenti del Cfs della stazione di Vobarno hanno infatti sequestrato al cacciatore (un capannista) che è stato sottoposto al controllo undici uccelli vivi protetti (oltre allo zigolo c’erano frosoni, passere scopaiole e lucherini), cinquanta esemplari morti di avifauna protetta, prevalentemente insettivori, tre reti da uccellagione e cinque trappole a scatto a loro volta dotate di piccole reti per la cattura di volatili vivi (le prodine).

Ma non è finita qui. Nell’abitazione dell’uomo sanzionato erano infatti ammassate ben seimila munizioni da caccia, quando per legge il massimo detenibile ammonta a mille pezzi, e per completare l’opera c’era pure un fucile da caccia non denunciato.
Il padrone di casa ha però spiegato ai forestali che l’arma apparteneva a un conoscente, e l’immediato controllo nella residenza di quest’ultimo (denunciato come il primo) ha portato al rinvenimento e al successivo sequestro di un altro fucile privo di registrazione.

P.BAL. da Bresciaoggi

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