stata presentata a Odolo la tesi di laurea di padre Manuel che verifica l’impatto del sistema cooperativo nel contesto africano
È stato padre Emmanuel Konè, sacerdote della Diocesi di San nel Mali e là già Direttore della Caritas Diocesana a presentare presso il teatro di Odolo la sua tesi di laurea, discussa nei giorni scorsi presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma sul tema: “La promozione delle cooperative: studio della dinamica e delle opportunità per una cooperazione nell’ambito rurale in Mali”.
Padre Manuel, come è conosciuto in Valle Sabbia, è residente a Odolo, seppur a tempi alterni, da qualche anno per concludere gli studi universitari ai quali era stato inviato dal suo Vescovo. Il lavoro presentato è uno studio serio e meticoloso del modello cooperativo e di una strategia per la diffusione dell’esperienza cooperativa nel contesto rurale del Mali in una prospettiva di sviluppo sostenibile. Secondo lo studio di Padre Manuel il modello cooperativo si presta infatti molto bene a questo scopo e può trovare facile applicazione in terra africana poiché si inserisce perfettamente nella “dinamica del villaggio” caratterizzata già da una mentalità mutualistica e cooperativa tipica africana e da una immediata concretezza nelle risposte alle necessità. L’obiettivo principale è infatti certamente quello del miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, non disgiunto però dalla promozione di una cultura del bene comune e dall’incentivo alla ricerca scientifica e all’innovazione. Sempre dalla tesi di Padre Manuel si evince che a livello di comunità locale – di villaggio – la forma cooperativa è stimolo di sviluppo sociale e sviluppo economico mentre a livello di comunità nazionale la forma cooperativa è scuola di democrazia e di partecipazione, infine diviene anche stimolo alla ricerca di nuove forme di gestione delle risorse più moderne ed efficaci.
La popolazione del Mali è all’80% dedita alle attività agricole e alcune forme di cooperazione sono conosciute poiché già introdotte nel secolo scorso dai coloni francesi, ma oggi dall’avvio del nuovo corso democratico in Mali (1991) il Governo promuove e incentiva il ricorso alla forma cooperativa. In conclusione le domande dei presenti centrate in particolare sul tema degli aiuti e della collaborazione internazionale. Lapidarie le risposte di Padre Manuel: “gli aiuti puntuali ed estemporanei ormai da molto tempo ci hanno insegnato che paradossalmente determinano un ulteriore impoverimento della popolazione poiché a fronte della distribuzione di beni si assiste ad un impoverimento morale e ad un’indolenza e una rassegnazione nell’intrapresa personale”. Anche l’attuale sistema degli aiuti costruito su progetti che si devono concludere necessariamente in un breve lasso di tempo determinano esattamente gli stessi risultati. L’ideale per promuovere un autentico sviluppo sostenibile, nel quale l’accento non è solo sulla tutela delle risorse naturali ma soprattutto sul riconoscimento della dignità della persona, dovrebbe essere un aiuto che consiste nel garantire alla comunità, o alla cooperativa, un contributo anche piccolo ma garantito per un lasso di tempo medio lungo. Questo consentirebbe un lavoro di programmazione e pianificazione che diviene scuola ed esperienza utile per i soggetti coinvolti che sono protagonisti ed artefici dell’esperienza, il tutto secondo “il passo” e i tempi africani. Ora dunque si tratta di valorizzare questo prezioso strumento teorico elaborato da Padre Manuel, chissà che Brescia, patria dell’esperienza cooperativa non possa offrire qualche utile collaborazione anche solo per la pubblicazione e diffusione del lavoro.
In foto padre Manuel col vescovo mons. Diarrà
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