18 Luglio 2012, 07.00
Idro Bagolino Anfo Lavenone Valsabbia
Punti di vista

Parlare di sicurezza non è catastrofismo

di Aldo Vaglia

Un'intervista a "Repubblica" di Vincenzo Ferrara, climatologo dell'ENEA, mette in evidenza che quanto sta succedendo anche in Italia con la risalita degli anticicloni africani al posto dei più miti anticicloni atlantici può provocare cambiamenti nella circolazione dell'atmosfera.


Singole alluvioni e singole siccità non possono essere automaticamente messe sul conto dei cambiamenti climatici. Ma la somma delle anomalie e l’intensità dei fenomeni si.
L’accelerazione dei danni è impressionante.
I disastri che hanno investito nel novembre scorso Liguria, Toscana e Sicilia, sono destinati a moltiplicarsi.
Cosa si può fare per ridurre il rischio?
La prima cosa è la prevenzione: abbattendo molto rapidamente le emissioni serra possiamo ancora ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici.
La seconda mossa è l’adattamento: una quota di danni è ormai inevitabile, bisogna ridefinire il concetto di “sicurezza idrogeologica†in un mondo in cui i fenomeni meteo sono sempre più violenti.

Ciò che nelle previsioni si è sbagliato è il ritmo del dissesto atmosferico. Altro che catastrofismo: c’è stato un eccesso di ottimismo.
Anche per il lago il tempo delle chiacchiere è scaduto.
Di sicurezza non può che occuparsene il potere politico, il potere economico non ne è capace.
Indirizzare le attività umane, comprese le attività economiche, in modo che l’aria e l’acqua possano venire impiegate dall’industria, dall’agricoltura, dal turismo, dallo sport, dal divertimento senza che le generazioni future debbano rimproverarci l’egoismo, è il mestiere della politica.

Per Luca Fortunato, agronomo ambientalista, l’ecologia è una scienza “olistica†vale a dire che si propone di perseguire uno sguardo, un approccio, un metodo, una conoscenza di tipo complessivo, unitario, sistemico, intero, globale, totale, integrato circa le questioni ambientali, in particolare circa le relazioni reciproche (positive e negative) che intercorrono tra l’ambiente e gli organismi (Uomo compreso)
L’ecologia non può essere settoriale come le scienze su cui si basa (pedologia, fisica, chimica, botanica, zoologia, agronomia, urbanistica, antropologia). L’ecologia deve essere a 360° non per una pretesa di onniscienza, di tuttologia o superbia scientifica, ma semplicemente per l’oggetto della sua indagine.

Ritornando al lago i tre problemi ineludibili, Quantità, Qualità, Sicurezza sono sul tappeto in attesa che una politica responsabile trovi una via per mediare tra interessi contrapposti.
Quantità: è in teoria il più facile, servono solo due numeri su un foglio di carta :  massimo….e minimo…..
Qualità: è piuttosto complesso, sperimentazione, tecnica e denaro non assicurano di per se risultati eclatanti, il non intervento porta in breve tempo al degrado forse irreversibile della vita del lago.
Sicurezza: è il primo dei problemi perché riguarda la vita delle persone, ad oggi il parere tecnico “ pro veritate†degli ingegneri Giacomelli e Maione, uno nominato dalla regione l’altro dai comuni, stabilisce che il progetto preliminare inserito nell’Adp sia migliore, abbia costi inferiori e più adeguate caratteristiche, rispetto alle alternative presentate, se si trovano altre intelligenti e meno costose soluzioni non si vede perché non dovrebbero trovare ascolto o suscitare interesse.
 
Aldo Vaglia


Commenti:
ID21940 - 20/07/2012 16:13:38 - (Leretico) - Una soluzione sistemica necessita un cambio di mentalità

Mi piace leggere che a problemi complessi si propongano soluzioni non semplicistiche, non di parte. Considerare il lago un sistema complesso è il primo passo per superare quell'impasse che leggo da giorni. Ma passare a considerazioni sistemiche implica un cambiamento di mentalità molto faticoso e che, scusa il pessimismo, non vedo scintillare negli attori principali di questo nostro territorio. Insomma bisognerebbe avere un cambio di mentalità che potesse "complessificare" il pensiero non ridurlo, semplificarlo, lasciarlo alla mera logica degli interessi materiali del singolo gruppo. Eppure imparare si può, basterebbe un po' di umiltà. Vorrei inoltre ricordare che dialogo non significa discorso a due, ma "discorso attraverso", cioè attraverso l'immedesimazione nell'altro, capire le sue ragioni. Mi sembra invece che tutti si riempiano la bocca di "dialogo" mentre fanno solo discussione (parola che ha la stessa radice di scuotere) cioè

ID21941 - 20/07/2012 16:18:26 - (Leretico) - Continua

cercano di far prevalere con la forza la loro opinione su quella degli altri. Ci meritiamo questi dirigenti? Ci meritiamo questi aventiniani che non ascoltano ragioni se non le canzoni che cantano a loro stessi. Vorrei sperare in uomini migliori capaci con umiltà di considerare che il mondo non è lineare, la sua causalità è circolare e l'ecologia che per prima ha messo al centro la complessità sistemica del mondo possa fare da strada per chi tiene veramente alle sorti del nostro lago.

ID21948 - 20/07/2012 23:30:59 - (Aldo Vaglia) - Per Leretico

Hai toccato i temi che ci hanno cacciato nel "cul de sac" da cui non si puo' uscire se non con un cambiamento di mentalita', come giustamente sostieni. Nell'appello di Seccamani per un incontro con chi la pensa diversamente da lui si nota la volonta' di superare l'empasse, ma nello stesso tempo si capisce l'impossibilita' di dialogo. Non c'e' nessun dialogo se si esordisce con queste affermazioni " Tutti sanno che l'AdP e' un imbroglio" e si conclude con " io ho fatto una scelta molto tempo fa; so quanto mi e' costata. Ma non potrei cambiarla per niente al mondo". Poche speranze dovrebbero lasciare anche quei commenti che vedono solo il bianco e il nero e definiscono discussioni fine a se stesse quelle che cercano le varie sfumature di grigio. Nonostante consideri le tue riflessioni perfette, mi rende ottimista il fatto che se non il dialogo almeno la discussione continua. Chissa che alla lunga non possa maturare qualcosa di utile.

ID21951 - 21/07/2012 11:31:17 - (g.v.p@libero.it) - precisazione

Sig.Vaglia , mi viene addebitata una frase che non ho scritto " tutti sanno che l'adp un imbroglio " . Che lo possa pensare altra cosa . L'incontro con il vicesindaco ha avuto luogo , rimaniamo saparati in casa . Ho anticipato che a settembre mia intenzione proporre un incontro con i sindaci lacustri , per tentare di aprire un dialogo a 360 sulle criticit che affliggono l'Eridio . E non solo . Cordialmente , Seccamani Gianfranco .

ID21953 - 21/07/2012 12:02:54 - (Dru) - Non sempre é necessario intervenire o dire cose intelligenti

Non vi é nulla di complesso nelle questioni lacustri che dividono l'opinione e limitano i propositi. Semplicemente vi sono posizioni radicalmente opposte sul giudizio nelle persone e gli intenti che queste propongono o diversamente impongono dal lato di coloro che possono agire in opere e beni , ma voglio plaudire Aldo che si prodiga di rendere unito lo sforzo per rendere migliore la posizione di chi il lago lo vive e voglio dire a Seccamani che se Aldo ha cambiato anche una parola del suo discorso io ho capito le stesse cose che ha scritto Aldo del suo proposto incontro privato . Ho capito che lei apriva una porta ma , contemporaneamente , serrandola. Avró capito male io , ma a capire male , almeno in questa sede siamo stati in due. Se si apre , bisogna che chi lo fa sia disposto a comprendere davvero e in profondità le ragioni di chi ha invitato , come dice giustamente Leretico , é stato fatto ?

ID21955 - 21/07/2012 12:28:05 - (g.v.p@libero.it) -

Speriamo a Settembre . E' un primo passo .

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