Il fronte si compatta

I comuni rivieraschi, la Comunità montana e il Coordinamento delle pro loco hanno fatto un primo passo nella direzione di una nuova intesa per la difesa del lago d’Idro. A introdurre questo nuovo scenario è stata l’ordinanza con la quale il Comune di Idro ha imposto all’Enel di non rimuovere lo sbarramento di terra innalzato nel canale Enel per permettere la manutenzione dello stesso.

Una scelta che, almeno per ora, ha ricompattato un fronte in cui negli ultimi tempi si erano create alcune falle.
Adesso, infatti, il progetto dello «stramazzo» (ovvero la creazione di uno sbarramento fisso nel canale Enel, per permettere il deflusso della sola acqua eccedente quota 368) proposto dal Coordinamento è diventato un’idea condivisa anche dal Comune. Che oltre a emettere la già citata ordinanza ha convocato una conferenza di servizi a tema, mentre la Comunità montana si sta occupando nel dettaglio della progettazione dello sbarramento.
E il ministero dell’Ambiente? Anche quello pare condividere, e proprio da Roma si attende che arrivi un provvedimento in grado di imporre la realizzazione concreta dell’opera da parte dell’Enel.

Tutti questi passaggi sono stati riassunti ieri, in occasione della terza assemblea indetta a Crone dal Coordinamento delle pro loco: c’erano tutti i soggetti interessati per un nuovo punto sulla situazione. Ed è stato anche rivolto un appello alla mobilitazione a tutti i bresciani che vivono lungo l’intera asta fluviale del Chiese.
Poi l’avvocato Franco Mellaia, incaricato dal Coordinamento della difesa del lago, ha ribadito più volte che la decisione dell’amministrazione «va nella direzione giusta, si tratta di una ordinanza illuminata». Tutti d’accordo dunque? Non proprio: la Regione Lombardia è l’unica voce fuori dal coro, e sempre secondo Mellaia, al Pirellone «regna un disordine concettuale e di metodo».

Ieri c’era anche l’onorevole Camillo Piazza, segretario della commissione Ambiente della Camera, il quale ha nuovamente sottolineato il suo impegno, affermando pure che in questa vicenda «ci sono interessi non dichiarati che fanno grande opposizione a una soluzione definitiva. La diatriba tra rivieraschi e agricoltori viene strumentalizzata, mentre le due realtà dovrebbero lavorare di comune accordo».

Infine, un’altra notizia interessante è arrivata dalla Provincia autonoma di Trento: sempre ieri, il consigliere provinciale Roberto Bombarda, che da tempo segue attivamente le vicende dell’Eridio, ha annunciato che presto nascerà il «Parco fluviale del Chiese», sviluppandosi dalla sorgente fino all’ingresso nel lago d’Idro.
Il prossimo appuntamento è stato fissato per il 27 aprile, con la conferenza di servizi in cui si discuterà di stramazzo.
Se poi non ci sarà intesa, il portavoce del Coordinamento Gianluca Bordiga ha annunciato l’organizzazione di nuove azioni popolari.

Mila Rovatti da Bresciaoggi

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