La forza delle nonne

Ho conosciuto moltissime nonne. Le mie, prima di tutto: Margherita, mamma di mio papà, che dopo una vita di continui traslochi, di povertà e sacrifici, con un bambino morto per tifo a 9 anni, con tre figli in guerra di cui due in prigionia, soleva dire: “Ghó piö lacrime”. E Francesca, mamma di mia mamma, che ha avuto una vita così difficile (a raccontarla sarebbe un romanzo, ma di quelli tristi e crudi) che diceva: “Quand che möre fì festa, mitì sö polenta, soprèsa e spinase, mangì e balì e disì a töcc: la nòsa mama la ghà finit de patì…”

Nonne dalla vita difficile, fatta di case fredde, di luce fioca, di malattie, di cibo insufficiente, di preghiera e di fede. Nonne che a 60 anni sembravano già vecchie. A loro va la nostra eterna riconoscenza.

E poi nonne giovani, che sostengono figli e nipoti attraverso risorse economiche e mediante il dono del proprio tempo, che spesso consente alle famiglie di andare avanti.

Nonne “giovani” che pare abbiano preso l’elisir dell’eterna giovinezza. Nonne appassionate, che viaggiano, leggono, frequentano corsi di ballo o di pittura, hanno riserve di entusiasmo e di gioia di vivere. Nonne che non disertano i propri ideali. Qualcuno ha scritto: “Gli anni rendono rugosa la pelle, ma rinunciare all’entusiasmo rende rugosa l’anima.” Nonne che rendono testimonianza della bellezza della vita. Nonne consapevoli delle proprie radici, che custodiscono tesori di vita, racconti, canzoni, ricette.

Nonne che aiutano, che danno soccorso, che piangono per le orribili notizie, che soffrono. Nonne che sfilano per la pace, tra le bandiere giallo-blu e quelle arcobaleno.

E poi c’è questa nonnina ripresa dai cellulari, in Russia. Da bambina ha vissuto la tragedia di Leningrado assediata dalle armate di Hitler nel 1941, milioni di morti per le bombe e la fame. È scesa in piazza a San Pietroburgo stringendo due grandi cartelli per dire “no” al conflitto in Ucraina con scritto: “Soldato, lascia cadere la tua arma e sarai un eroe”. I poliziotti l’hanno sollevata di peso e portata via. L’arresto della nonnina si aggiunge a quello di migliaia  di russi colpevoli soltanto di chiedere la pace. Grande nonnina!

Infine, due appuntamenti a Villanuova. Venerdì 11 marzo Maurizio Abastanotti presenterà “Alfa senza filtro”. È un libro suggestivo, che ho letto in un amen, e non lo scrivo perché Mauro è mio amico! È un’avvincente narrazione delicatamente tinta di giallo che richiama Andrea Vitali. Attorno al fatto delittuoso che scuote Vardacco in una notte di fine agosto del 1946, Mauro racconta uno scorcio di storia con leggerezza e rigore, creando personaggi indimenticabili, degni di un nuovo racconto. Capito, amico mio?

Venerdì 12 marzo, presso la piazza Donatori di Sangue di Villanuova ci sarà la manifestazione “Con il Chiese nel cuore”. Come mi scrive la dinamica Roberta Caldera del Comitato La Roccia, “abbiamo deciso di ritornare in piazza perché riteniamo che non sia assolutamente tollerabile il silenzio delle istituzioni bresciane, che evidentemente hanno accettato supinamente i diktat di una minoranza politico affaristica ben evidente. Calpestando la democrazia e la voce dei territori si vuole portare a compimento uno sfregio ambientale senza precedenti e con un costo economico che sarà difficilissimo da sostenere per tutte le famiglie bresciane. La nostra voce, la vostra voce, non deve smettere di farsi sentire. Ecco perché noi ci saremo ancora una volta!”

Lottare per la salvezza di un fiume non è un passo sulla strada della pace?

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il Chiese! W la Pace!

maestro John

Nelle foto:
1) Mia nonna Margherita, sul lungolago di Salò
2) La protesta della nonnina russa
3) L’invito alla presentazione del nuovo libro di Mauro Abastanotti
4) La locandina della manifestazione “Con il Chiese nel cuore”

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