La Regione chiede ai sindaci uno studio alternativo

Nuovo tassello nella complessa vicenda del progetto di depurazione dei comuni Gardesani.
 
I sindaci del Chiese hanno incontrato lunedì l’assessore regionale al Territorio Pietro Foroni al quale hanno illustrato le motivazioni dei ricorsi al Tar contro le decisioni del Commissario straordinario alla depurazione dei comuni gardesani.

Nel corso dell’incontro Foroni ha ricordato che «l'ultima parola sulla localizzazione degli impianti spetterà in ogni caso al commissario, ovvero all'Ato, non avendo la Regione competenze in materia».

 Ma a fronte della presentazione di scenari alternativi allo scarico nel Chiese, Foroni ha suggerito ai sindaci di formulare «una proposta condivisa da tutti sulla localizzazione del depuratore che la Regione si impegna a far valutare dagli organi competenti».

Ma «non è compito dei Comuni fare studi di fattibilità alternativi - spiegano i sindaci in una nota -. Come più volte abbiamo ribadito, sarebbe toccato ad Acque Bresciane fare queste valutazioni. Tuttavia non intendiamo sottrarci all'apporto collaborativo. Abbiamo approfondito la questione del depuratore, che deve risolvere i problemi del Garda, ma non può dall'altro danneggiare il bacino del Chiese.

Servirebbe però la documentazione agognata: «Per evitare spreco di energie abbiamo assoluta necessità di potere consultare tutti i dati raccolti dall’Università di Brescia, che purtroppo ci ha negato l'accesso al dossier. Abbiamo manifestato l'auspicio che il Dicatam torni sulle sue posizioni senza attendere l'imminente sentenza del Tar, al quale abbiamo chiesto di ordinare all'Università di condividere tutti i dati, che sono pubblici e sono frutto dell'impiego di risorse pubbliche. Abbiamo le idee chiare - concludono i sindaci -: ora dobbiamo solo valutare con i nostri tecnici cosa si può fare all'interno degli incarichi già affidati a tutela del territorio».