Depuratore, è caccia ai fondi

I lavori del primo lotto, secondo il cronoprogramma, dovrebbero partire a settembre, ma a quanto pare c'è un grosso problema: mancano i fondi, e non pochi. Si tratta di almeno 70 milioni di euro, senza i quali il contestatissimo progetto di realizzare un doppio depuratore del Garda a Gavardo e Montichiari non potrebbe andare in porto.

Se ne sta occupando in queste ore il presidente della Comunità del Garda, la senatrice Mariastella Gelmini, che domani farà il punto della situazione nel corso dell’Assemblea generale convocata alle 10.30 a Palazzo Martini di Riva del Garda, alla presenza di tutti i sindaci coinvolti.

Due gli schieramenti, fin dall'inizio: da un lato chi ritiene che il maxi depuratore sia l'unica soluzione percorribile per salvaguardare la salute del lago, dall'altro chi insiste che basterebbe potenziare l'infrastruttura di Peschiera e sostituire le condotte sublacuali ormai usurate.

“C’è già un finanziamento di 100 milioni di euro – spiega Gelmini sul Giornale di Brescia - ma è chiaro che nel frattempo sono subentrati l’inflazione e l’aumento del costo delle materie prime, quindi è un progetto che per essere completato ha bisogno di maggiori risorsee su questo si dovrà fare necessariamente un aggiornamento”.

Anche Lombardia e Veneto potrebbero essere coinvolte nel recupero dei fondi necessari, arrivano a una decina di milioni di euro.

Per il Comitato Gaia i conti non tornano.
“Il progetto iniziale era di 230 milioni – commenta il portavoce Filippo Grumi. - Quindi, se lo Stato ne metteva 100 ne mancavano già 130. Poi sul veronese sono arrivati a 120 milioni e non ne hanno abbastanza.
Sul bresciano siamo arrivati ufficialmente a 170 milioni. Quindi, mettendo insieme le due cifre, sono 300 milioni. Ne mancherebbero ad oggi almeno 200. Non 70, a casa mia”.