Amatrice, il terremoto dimenticato

A oltre cinque anni dal sisma del 24 agosto 2016, che fece trecento morti e rase al suolo centinaia di abitazioni, la ricostruzione di Amatrice e degli altri paesi colpiti dal terremoto (come Accumuli e Arquata) procede fra lentezze e ritardi.

E’ stata posata la prima pietra del nuovo ospedale e del nuovo istituto alberghiero, ma la loro conclusione è lontana nel tempo. Non c’è traccia di lavori di ricostruzione del centro storico, scomparso in una notte, ed è ancora un sogno la realizzazione di un piccolo museo locale che faccia memoria di quella tragedia, oltre che dei moltissimi gesti di solidarietà di cui quel martoriato territorio è stato fatto segno.

Di tutto questo ha parlato a Gavardo Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice all’epoca del sisma ed oggi consigliere regionale del Lazio. Intervistato da Massimo Tedeschi, giornalista del Corriere della Sera, nel teatro salone Pio XI, Pirozzi è stato ospite dei LIONS Clubs Valsabbia e Sirmione e alla serata sono intervenuti, oltre al sindaco di Gavardo Davide Comaglio, il Governatore del Distretto LIONS 108IB2 ed una delegazione del LIONS Club Brescia Capitolium.

Con il calore e la passione che lo contraddistinguono, e che lo hanno reso un personaggio di fama nazionale, Sergio Pirozzi ha raccontato la propria storia personale: promessa del calcio, allenatore di successo, al momento del terremoto allenava in Serie B. Aveva però anche una buona esperienza nel governo locale e, quando vede sbriciolarsi il suo paese, decide di dedicarsi a tempo pieno all’impegno da sindaco.

La conta dei morti, il riconoscimento delle salme, l’immediata mappatura della situazione delle 69 frazioni che compongono il vasto territorio di Amatrice sono gli impegni delle primissime ore dopo che la terra ha tremato. Ma poi si impone il problema della gestione dei soccorsi e della celebrazione dei funerali, che Pirozzi ottiene si svolgano nel paese devastato e non in lidi lontani.

Dalla testimonianza dell’ex sindaco di Amatrice emerge anche l’impressionante numero di gesti di generosità rivolti al suo paese. Si va dai 6 milioni che la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha voluto inviare ad Amatrice, all’iniziativa di tantissimi ristoranti giapponesi che hanno deciso di cucinare un piatto di spaghetti all’amatriciana e devolvere il ricavato al paese italiano cui il piatto deve il proprio nome.

In tema di piatto tipico e di solidarietà, Pirozzi ha ricordato il “Polo del gusto” realizzato ad Amatrice su progetto di Stefano Boeri con i fondi raccolti dal Corriere della Sera a da La 7: un complesso in cui hanno trovato casa nove ristoranti tipici del paese, rimasti senza tetto, che hanno potuto riprendere rapidamente la propria attività e riavviare quel volàno essenziale che è il turismo gastronomico.

A cinque anni di distanza dall’evento che ha sconvolto il territorio di Amatrice e di numerosi paesi – ha ricordato Pirozzi – le fatiche maggiori riguardano oggi il lavoro, l’occupazione, la tenuta psicologica della popolazione di fronte a una tragedia che ha cancellato paesaggi, consuetudini, certezze.

Forte della propria esperienza, Pirozzi ha poi condotto in Regione Lazio una battaglia che riguarda l’organizzazione della Protezione Civile nei momenti dell’emergenza, e la prevenzione del rischio sismico. La sua battaglia ha portato a novità legislative locali, che però potrebbero fare da traino anche al quadro nazionale: “Il 54% delle abitazioni in Italia – ricorda Pirozzi – hanno più di cinquant’anni, dunque sono state costruite con tecniche che non hanno nulla di antisismico. I tetti di spesa oggi previsti per il sisma-bonus sono troppo bassi: ben vengano le iniziative per la riqualificazione energetica degli edifici, ma la priorità deve essere la loro sicurezza in caso di terremoto”.