Rinvio a giudizio per “la santona di Prevalle”

È stata rinviata a giudizio la 53enne bresciana Fiorella Tersilla Tanghetti, conosciuta come “la santona di Prevalle”. Il giudice Roberto Gurini ha disposto il processo per il 27 giugno davanti alla Corte d'Assise. Alla sbarra vi saranno appunto la Tanghetti, titolare di numerose comunità sparse per la provincia di Brescia (Muscoline, Gavardo, Prevalle, Caino e Manerba), e 16 imputati, suoi collaboratori. L'accusa per tutti è a vario titolo associazione a delinquere finalizzata ai maltrattamenti, alle percosse, al sequestro di persona e riduzione in schiavitù.

La donna, secondo l’accusa, sfruttando il proprio carisma - si sarebbe spacciata per la reincarnazione della Madonna - avrebbe gestito una vera e propria setta, una organizzazione per creare un impero economico sulla pelle dei suoi adepti. Stando alle denunce di alcune persone - dieci sono le parti civili accolte - per anni avrebbero avuto luogo segregazioni, soprusi, lavaggio del cervello, torture e ritorsioni anche nei riguardi di bambini.

Le strutture, avviate come associazioni «no profit» si sarebbero sviluppate come vere e proprie imprese e i bambini ospitati nei micronidi aziendali, sempre secondo quanto ricostruito dalla procura, avrebbero subito punizioni terribili. I fatti contestati sarebbero avvenuti tra il 2002 e il 2006.

Le presunte violenze e i maltrattamenti erano venuti alla luce nel 2004 con una causa di separazione, un genitore per evitare che il figlio restasse con il genitore nella comunità aveva svelato alle forze dell'ordine quello che aveva vissuto sotto l'ala protettrice della «santona»: la procura ha iniziato a indagare nel 2006 e viene effettuata una mega perquisizione, ma senza che venga trovato nulla di anomalo, né di compromettente né a casa di Tanghetti, né tantomeno nelle aziende, nessun riscontro alle accuse mosse da dieci persone che si sono costituite parte civili, con l'assistenza dei legali Marisa Trombini e Concetta Delle Donne.

Gli avvocati di parte civile hanno anche diffuso la risposta del vescovo Luciano Monari alla loro richiesta sul riconoscimento da parte della Chiesa dell'associazione Sergio Minelli: «L'associazione non gode di alcun riconoscimento ufficiale» è la risposta del vescovo. Fin dal ’92, del resto, la cancelleria vescovile aveva escluso qualsiasi relazione dell'associazione con la Diocesi.

Fuori dal palazzo di giustizia di Brescia anche ieri erano presenti decine di manifestanti a sostegno dell'innocenza della Tanghetti.
Fonte Agi

In foto manifestazione dei sostenitori della Tanghetti fuori dal palazzo di giustizia

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