«Dakar, bella e faticosa!»

La decima tappa della Dakar, che si sta correndo nel deserto dell’Arabia Saudita, ha visto l’equipaggio del pilota valsabbino, del quale lui è il navigatore, tagliare il traguardo alla sedicesima posizione.

Oggi prende il via l’undicesima e penultima tappa di questa è molto molto bella e faticosa Dakar.

«Stiamo partendo per una tappa di 420 km – ci racconta via WhatsApp Bertoldi –,  su un tracciato molto roccioso, molto navigata, come tutte queste tappe.

Questa Dakar 2024 è sicuramente partita subito a razzo e comunque non mi aspettavo niente di diverso, anzi sono contento perché finalmente hanno fatto un po' di cambiamenti: ad esempio la tappa Marathon è stata molto bella, con la possibilità di dormire in quattro bivacchi differenti, dormire all'addiaccio, con tenda e sacco a pelo, col fuoco, mangiare una reazione K: questo fa vivere, diciamo, un po' lo spirito dell'avventura, la vera avventura!

In questa edizione, sia nelle moto, sia nelle auto, il divario tra gli ufficiali e privati si è assottigliato, soprattutto nelle macchine, perché comunque i percorsi molto rocciosi hanno messo a dura prova sia gli  equipaggi sia  i mezzi meccanici.

L’Arabia Saudita ogni anno ci fa scoprire dei posti sempre più meravigliosi, con dei Canyon e delle montagne veramente uniche, che veramente vale la pena vederle. Purtroppo quando si è in gara non si riesce a filmare per portarsi a casa quello che si vede correndo.

Per quanto riguarda la mia Dakar, la quinta a cui partecipo, ogni anno acquisisco delle competenze e una consapevolezza di quello che sto facendo, per cui la navigazione è sempre al top. Il problema è mettere insieme il mezzo giusto col pilota giusto e poi devi filare tutto liscio.
Noi purtroppo abbiamo avuto da subito due serie di problemi meccanici che ci hanno escluso dal podio e saremo nei finisher dell’experience Dakar: mancano ancora due giorno e bisogna arrivare in fondo.

Sicuramente affrontare certe dune alte 3-400 metri e trovare i giusti passaggi ti porta davanti: l'altro giorno abbiamo superato in 20 minuti dieci macchine perché appunto trovando un passaggio nelle dune più mostruosi umana ha percorso già portato avanti dopo le tre forature ci hanno fatto retrocedere.  Però c’è la consapevolezza di essere in grado di fare una cosa così che non è da tutti.

Non sono particolarmente stanco e mi sto divertendo tantissimo, cosa che non è da tutti, per cui sono solo che contento! Ci vediamo in Italia!»