Ciclovia del Garda: «Criticità economiche e pericolo di frane: il progetto va rivisto»

“Abbiamo chiesto alla Giunta regionale di fermare la ciclovia turistica del Garda, un'opera pericolosa e dannosa. Mi sono fatta portavoce delle richieste del territorio, di cittadini e comitati riuniti sotto il coordinamento interregionale per la tutela del Garda, che anche venerdì scorso si è ritrovato per spiegare per l'ennesima volta tutte le contraddizioni e incoerenze di questo progetto”.

Sono le parole di Paola Pollini, Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e referente delle Mamme del Garda, che così prosegue: “I costi, in alcuni casi moltiplicati, hanno sforato abbondantemente il budget di spesa preventivato, ma non sono l'unico motivo per cui quest'opera debba essere archiviata.

Vi sono importanti problematiche dal punto di vista ambientale e paesaggistico, oltre che della sicurezza stessa dei fruitori di questa infrastruttura. Le recenti frane avvenute proprio dove un domani dovrà passare la ciclabile, spero che abbiano acceso qualche campanello d'allarme.
A dire la verità, lo stesso Ministero delle Infrastrutture aveva da tempo segnalato una serie di criticità sul progetto, a riprova del fatto che un progetto non vale l'altro e, se fatto male, deve essere rivisto.

Il nostro non è un no a prescindere ad una ciclovia del Garda, ma è un no a questo progetto che non offre alcun servizio ai territori e, al contrario, andrà a peggiorarne la già precaria situazione viabilistica.

Ritengo infatti che oggi la priorità per il Garda, soprattutto per l'alto bresciano, sia quella di risolvere una volta per tutte i problemi di ordine del giorno. Risolvere questi problemi implica anche il ripensare il modello di sviluppo del settore turistico e ricettivo del Garda.

Serve un nuovo paradigma che non veda più il Garda come un enorme parco giochi. Serve invece puntare su un turismo di qualità e concretamente sostenibile, perché non è sempre vera l'equazione "più turisti = più ricchezza".

Il progetto della ciclabile del Garda è invece funzionale ad alimentare quel turismo di massa che punta ai grandi numeri, dove il turista "mordi e fuggi" necessita di grandi attrazioni per poter attivare la sua curiosità perché non sa più cogliere l'essenza e la bellezza di ciò che lo circonda, sommerso di messaggi e pubblicità che puntano sempre più al sensazionalismo e all'eccesso.