Ritorna il Sacro Triduo a Magasa

Gli abitanti in Valvestino e anche a Magasa calano ogni anno, sono lontani i tempi in cui la valle contava oltre settecento abitanti, ma la devozione secolare al Santissimo Sacramento, incancellabile, viene espressa nei tre giorni di celebrazione con il loro storico, secolare “Sacro Triduo”.

Anche in questo mese di gennaio 2024, i volontari, purtroppo sempre di meno, hanno allestita la spettacolare e unica macchina del Sacro Triduo, che richiede alcuni giorni di lavoro.
Raccontare di questa secolare devozione al Santissimo Sacramento e in Suffragio dei morti si risale alla sua istituzione datata 1744.

Ricorre la prima domenica dopo il 17 gennaio festa di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali e patrono della chiesa di Magasa.

La festa è di origine austroungarica.

Il sindaco Federico Venturini racconta che si è sempre celebrata anche quando nel periodo napoleonico furono banditi ricorrenze popolari, processioni e celebrazioni varie.
Neanche le due guerre mondiali hanno cancellato il “Sacro Triduo”, ci è riuscito solo il covid nei due anni che ha colpito gravemente il mondo e l’Italia.

Sempre Venturini racconta l’importanza della Confraternita del Santissimo Sacramento, che nei secoli doveva sempre tenere viva la fede religiosa popolare della ricorrenza.
Il confratello ogni anno, deve versare una quota, chiamata in dialetto “taoleta”, quote che poi servono per pagare alcune messe in suffragio al defunto socio della Confraternita.

Il sacrestano Valentino Zeni invece racconta della struttura organica di cui era composto il paese per il buon funzionamento delle feste: il rettore, il sindaco e l’esattore.

Il compito dell’esattore era quello di andare per le case a farsi pagare “la taoleta”, la quota dai soci della Confraternita.
A completare il tutto ci sono i “Petoch e le Petoche”, questuanti che devono girare le case di Magasa a giorni diversi a raccogliere le offerte della gente da dare al Sindaco per pagare le spese della macchina del Sacro Triduo.
Essa si sviluppa su tre piani con 365 candele: ognuna per i giorni dell’anno.

La maestosa scenografia è composta da trenta pannelli in legno decorati su cui sono poste le candele, accese a mano una alla volta durante le funzioni religiose: ora sono state elettrificate.
Nei secoli le pitture sui pannelli si erano deteriorate e a rinfrescarle e a ripitturare il mancante negli anni sessanta ci ha pensato el “Rico Pitùr” di Idro, Federico Vaglia, papà della bibliotecaria Mirka Vaglia di Turano.

Ieri sera c’è stata la solenne apertura del triduo con il parroco don Franco Bresciani, con il frate predicatore il francescano di Assisi Padre Alberto Teroni e con l’autorità del paese il sindaco Federico Venturini , il vicesindaco Tommaso Mazza con giunta e consiglieri.
Si continua questa sera che vedrà senz’altro una partecipazione numerosa, con la chiusura domani domenica.

Le sante messe solenni vengono celebrate sempre alle ore 17.
Per l’occasione è stato riaperto il bar per chi arriverà a Magasa e per poter mangiare.
Ci saranno momenti conviviali con musica.

Tutto a contorno della celebrazione unica e spettacolare del “Sacro Triduo” nella chiesa patronale di Sant’Antonio Abate, retta per oltre trent’anni dal compianto, indimenticato parroco Fiavetano don Luigi Festi, il tassista di Dio della Valvestino.
Magasa, dove ci sono gli abitanti più longevi della Lombardia, vi aspetta.

Foto a corredo della manifestazione di Vito Zeni

Video di Gianpaolo Capelli

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