porcino ''in vitro''

Lo si potrebbe utilizzare come spot pubblicitario: “A Bagolino di funghi ce n’� cos� tanti che entrano da soli nei vasetti”.
Capaci da quelle parti che lo fanno, pur di valorizzare il territorio che senza dubbio merita, ma sarebbe una forzatura.

In realt� � un segno dei tempi e lo � in due direzioni: c’� la Natura che si adegua ad una sorta di forzata antropizzazione; ci sono i cacciatori che in questo periodo pur di andar per boschi si danno anche alla raccolta di funghi.

Difficile spiegare in altro modo quel che ha trovato sui monti di Bagolino Fabiano Zambelli, cacciatore 46enne di Casto appunto, che col fratello Luigino a Piani di Mura lavora l’alluminio per farne serramenti.

“Esattamente” in localit� “Tonoi” (pi� precisi non si pu� perch� quella � una “macchia” di quelle buone), comunque poco sopra la frazione bagossa di Cerreto, in possesso di regolare permesso rilasciato dal Comune e dopo aver riempito un “cavagn” di stupende “none”, l’uomo ha individuato un porcino che nel crescere non ha trovato niente di meglio che infilarsi direttamente e per intero in un vasetto di vetro.

Un contenitore decisamente poco biodegradabile, conficcato l� fra il muschio e le foglie da chiss� quanto tempo.
Illeggibile il brandello di etichetta che la tenace colla ancora abbranca: piace per� l’idea che il porcino nato “in vitro” si sia infilato proprio in un vasetto di champignon.

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