Ape e Storie: incontro con Graziano Perugini

Ultimo incontro del mese per il ciclo “Ape e Storie” organizzato da Orientarsi 2.0, l’iniziativa che punta a valorizzare ed evidenziare le opportunità del territorio e, allo stesso tempo, motivare i giovani in procinto di iniziare una carriera lavorativa.

Questo venerdì è stato ospite Graziano Perugini, “L’erborista selvatico”, proprietario di un’azienda in Degagna dove coltiva erbe e produce oli essenziali.

“Arrivavo da Milano, dovevo sbollire un po` - comincia Graziano – mi sono trasferito in una zona più “selvaggia” dove non abbiamo acqua corrente, solo acqua piovana”.

Parlando del suo percorso professionale continua: “Probabilmente a 20 anni non avrei mai pensato di fare l’erborista, ho fatto Lingue Estere e ho lavorato come contabile in un ufficio. Poi ho scoperto il mondo delle erbe, avevo una passione per la coltivazione di piante aromatiche; quindi mi sono iscritto a Tecnica Erboristica e ho iniziato a distillarmi i miei oli essenziali – sorridendo prosegue – all’inizio senza neanche sapere bene cosa stessi facendo”.

Citando il tempo trascorso, 25 anni, da quello che si potrebbe definire “l’inizio dell’avventura”, l’erborista riprende il suo discorso spiegando in cosa consiste il mestiere: “Raccolgo piante selvatiche per l’alimentazione da una dozzina di anni, siamo arrivati a contare circa 240 specie fornite ai ristoranti e raccogliamo tutto l’anno… Sono piante rustiche, resistono molto alla siccità e vengono su anche senza dargli da bere. Per quanto riguarda gli oli essenziali, vengono prodotti quando una pianta deve difendersi da attacchi esterni”.

Ma nel mestiere, oltre alla raccolta, spicca un passaggio fondamentale, la distillazione.

“il vegetale raccolto viene pressato, intanto si produce del vapore che, entrando in un alambicco, attraversa il vegetale. Dopodiché, mediante un condensatore dove circola acqua fredda, il vapore torna allo stato liquido e l’olio essenziale, più leggero, si concentra in un bicchierone”.

Un processo tutto sommato antico rispetto alle nuove tecnologie, ma che sottolinea la spontaneità della natura locale, di un mestiere che, in mezzo all’artificialità dell’industria consumistica, punta a creare, sebbene in tempi più larghi, un prodotto non dozzinale ma ricercato e prezioso.

Ed è con questi temi che si conclude il mese di marzo per l’ex Centrale di Barghe; non resta che darci appuntamento per gli incontri di aprile.