Il Gup ha deciso per il rinvio a giudizio dei sette sopravvissuti per la morte dei quattro compagni rimasti sotto la slavina. L'udienza il prossimo 11 febbraio.
Dopo aver visto gli amici morire sotto i loro occhi, hanno dovuto subire un altro duro colpo. Il Gup Enrico Ceravone ha rinviato a giudizio i sette sopravvissuti alla tragedia del Maniva. Sono accusati di disastro colposo e omicidio colposo plurimo.
Il 13 gennaio 2008, a San Colombano di Collio, una valanga travolse 11 escursionisti che viaggiavano su 10 motoslitte. Quattro le vittime, tre di Bagolino (Andrea Brizzolari, 30 anni; Fausto Plodari, 37 anni; Paolo Zanetti, 25 anni) e una di Lumezzane (Fausto Giusteri, 47 anni). All’indomani della tragedia, la Procura di Brescia aprì un’inchiesta, titolare il sostituto procuratore Simone Marcon, per accertare le responsabilità dell’incidente. Ieri mattina al Palagiustizia si è tenuta l’udienza preliminare nei confronti dei sette, sei conducenti e un trasportato, che scamparono alla tragedia, con lievi feriti ma tanta sofferenza. In aula c’era il pm Silvia Bonardi. I sopravvissuti sono assistiti dagli avvocati Ennio Buffoli e Luisa Morelli.
Secondo l’accusa, i sette si sarebbero avventurati sui monti di San Colombano di Collio nonostante le condizioni meteorologiche fossero palesemente avverse e il rischio di un incidente fosse concreto. Il gesto avrebbe provocato il distacco della massa nevosa e l’uccisione di Brizzolari, Plodari, Zanetti e Giusteri.
Per contro, la difesa ribatte che l’escursione sarebbe stata effettuata in forza di un permesso annuale rilasciato dal Comune di Collio. Comune che, pur essendo stato avvisato della possibilità che si verificassero valanghe, non avrebbe vietato il transito nel punto dove gli escursionisti di Bagolino e Lumezzane hanno trovato la morte.
L’udienza si è chiusa con la richiesta di rinvio a giudizio. Il dibattimento inizierà il prossimo 11 febbraio. Comunque si chiuda la vicenda giudiziaria, è uno strascico pesante per una disgrazia che in un attimo sconvolse la Valtrompia e la Valsabbia.
Natalia Danesi da Bresciaoggi
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di Angela Grillo
ID959 - 09/07/2009 17:37:15 - (Beltr1972) -
Sconvolgente!!!!Siamo proprio in Italia, questi sono sport estremi ad alto rischio, è inammissibile il rinvio a giudizio così come è inammissibile che il comune debba porre questi divieti.... siamo o non siamo in uno stato di libertà? vietare vietare vietare..... ci stanno facendo diventare pecore che possono solo vivere all'interno di uno steccato...Io rinvierei a giudizio il Gup per perdita di tempo e di soldi della comunità.....Abbasso tutti i divieti!!!!!!