«Nuovi criteri per le esigenze di tutti»

La vicinanza col Trentino ed in particolare con il suo status di Provincia Autonoma “penalizza” i Comuni “fisicamente” confinanti e questo è vero, ma lo stesso accade anche quelli “disagiati della fascia contigua”, per le Comunità montane e per le amministrazioni provinciali, che nel dialogare con il Trentino si trovano in difficoltà ogni volta che devono fare i conti con l’enorme disparità di risorse che le due realtà territoriali sono in grado di mettere “sul piatto” delle trattative.
Una maggior equità nella distribuzione dei fondi è utile e sarà il legislatore a doverla individuare, ma i comuni confinanti non tirino troppo la corda.

Si potrebbe riassumere in questo modo la sostanza del nuovo capitolo “targato” Acb (associazione dei Comuni bresciani) sulla vicenda dei 10 milioni di euro di fondi trentini destinati in qualche modo a risarcire la “difficoltà” ad avere vicini di casa tanto facoltosi come il Trentino.

Erano state la Finanziaria 2006, e la sua interpretazione ad opera del nuovo Governo alla fine dell’anno, a “spalmare” il contributo a tutti i Comuni delle province limitrofe (206 solo quelli bresciani), finendo col trasferire “a pioggia” una cifra compresa fra i 2,60 ed i 4,70 euro per abitante.
Gli 11 sindaci dei comuni bresciani confinanti col Trentino avevano chiesto allora ai rimanenti 195 colleghi di trasferire loro le risorse accreditate con la causale “contributi a enti limitrofi a Trento e Bolzano”.
Una richiesta che secondo l’Acb dovrà essere autonomamente esaminata da ciascun comune perché “trattasi di trasferimenti correnti dello Stato accreditati con atto esecutivo alle singole tesorerie. L’Acb nulla può in quel campo”.
Un’integrazione alla Finanziaria 2007 avrebbe poi migliorato la situazione, assicurando “il 40% del fondo complessivo ai soli comuni confinanti con il territorio delle Province autonome di Trento e Bolzano”. Facendo i debiti calcoli la quota diventa di circa 36 euro per abitante degli 11 comuni confinanti mentre restano circa 2 euro per gli altri.

“Tale esito è stato ritenuto ancora insufficiente da parte degli 11 Comuni interessati - mette in evidenza una nota diffusa ieri dall’Acb -. Questi richiamano l’attenzione da una parte ai maggiori costi del vivere in montagna, dall’altra al rischio di spopolamento causato principalmente dalla capacità di attrazione della provincia di Trento”.
“Costa vivere in montagna è vero, ma non solo lungo il confine – aggiungono all’Associazione dei Comuni -, quanto al rischio di spopolamento non vale certo allo stesso modo per tutti i Comuni interessati”.
Secondo l’Acb servono dunque nuovi criteri di ripartizione dei fondi, ma tenendo conto delle effettive esigenze di tutti.

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