Deodata Melzani, classe 1919, 102 anni compiuti il 19 settembre scorso, ha varcato il prestigioso traguardo del secolo con eleganza e riserbo, senza ostentazione del bagaglio di esperienza e di memoria che porta con sé.
Batte ai punti molti veri giovani, questa ragazza di 102 anni, non solo perché lei a questa età ci è arrivata, e in splendida forma, ma soprattutto per la lucidità e lo spirito integro di chi, consapevole dei suoi limiti, li accetta con obiettività, senza indulgere ad autocompatimento o lamentazioni, ma conservando un grande rispetto per il decoro della propria persona, fisica e mentale.
- Non bisogna lasciarsi andare, si deve reagire ai problemi e pensare alla propria vita. -
Deodata Melzani, classe 1919, 102 anni compiuti il 19 settembre scorso, ha varcato il prestigioso traguardo del secolo con eleganza e riserbo, senza ostentazione del bagaglio di esperienza e di memoria che porta con sé.
Eppure siamo in presenza di una persona che ha attraversato un secolo di vita e di storia, e che è depositaria di una immensa quantità di ricordi, testimone di vicende famigliari, personali, del proprio paese, che meriterebbero di essere raccolte e mantenute nella più ampia memoria della comunità.
Ha una memoria di ferro la nostra Deodata, e un pensiero lineare che va dritto al sodo delle questioni, una consapevolezza di sé e dell'esistenza che la porta ad affrontare la sua condizione di centenaria con pacatezza e serenità, senza asprezze o rimpianti.
E conversare con lei è sempre piacevole e mai banale.
Conversazione con Deodata Melzani nel giorno della festa di compleanno.
DOMANDA: Come ti senti oggi, Deodata? Sei emozionata?
RISPOSTA: Sono 15 giorni che sono agitata, perché tutti mi fanno complimenti, ma sai, non si guadagna molto a diventare vecchi.
D: Si guadagna esperienza.
R: Bisogna farla sulle proprie spalle, ci si ripensa, si impara. Però se tornassi indietro rifarei le stesse cose, non potrei lamentarmi della mia vita.
D: Anche se un tempo la vita era più dura?
R: Sì, a parte quando avevo 25 anni, perché ho attraversato un periodo critico.
D: Avresti mai pensato di arrivare a 100 e più anni?
R: Questi calcoli non si si fanno, ci si arriva senza rendersene conto, anche se una mia sorella è arrivata a 99 anni e mezzo, altre sorelle a 97, 93, 91, e mio padre è morto a 96 anni; mia madre e i miei fratelli invece sono morti giovani. Comunque tutto ha una fine, finisce tutto.
D: Dicono che lassù si sta bene.
R: Nessuno è mai tornato indietro a raccontarlo.
D: Allora vuol dire che stanno bene.
R: Vorrei andare a letto una sera, addormentarmi, e non risvegliarmi più.
D: Perché? Qui sei coccolata, ti vogliono bene tutti.
R: Non posso certo lamentarmi, del resto non do molto da fare.
D: Cosa ti manca della tua vita passata?
R: Mi mancano i viaggi. Ho viaggiato molto in tutta Europa e Italia, con una compagnia di amici di Brescia. Ogni tanto guardo le foto di quei viaggi, e li ricordo.
D: Cosa ti ha colpito di più fra i tanti Paesi che hai visitato?
R: La Russia, perché sono andata a visitare la tomba di mio fratello morto in guerra.
D: Se oggi ti proponessero un viaggio, accetteresti?
R: Sarebbe un sogno, ma non me la sentirei, non avrei l'energia per godermi la mia autonomia di fare quello che mi pare.
D: Qui, nella casa di riposo di Bagolino, le animatrici organizzano spesso delle uscite per visitare luoghi e per svago, tu partecipi?
R: Dipende dalle proposte; a Ponte Caffaro non sono mai andata, mi viene la malinconia. Qualche settimana fa siamo andati in visita alla Rocca d'Anfo, la prima uscita dopo quasi due anni chiusi qua dentro. Sono stata contenta, perché avevo visto mezzo mondo ma non la Rocca che è a due passi da qui; la vista è stupenda, si vede tutto il lago e le montagne intorno.
D: Tu sei stata una bravissima sarta, molto apprezzata; quando hai smesso di lavorare?
R: Un anno prima di venire in casa di riposo, a 96 anni; gli ultimi tempi non lavoravo più per la clientela, ma solo per me e per la famiglia.
D: Ti manca il tuo lavoro?
R: Moltissimo; mi piaceva cucire, e mi annoio a non avere un'occupazione.
D: Come hai trascorso il lungo periodo della pandemia?
R: Io non mi sono ammalata e ho affrontato bene anche il tempo della clausura; pensavo: se il covid verrà, così sarà.
D: Cosa pensi della tua lunga vita?
R: Penso di essere arrivata al colmo della salita e adesso di iniziare a scendere, tutto ha una fine.
D: Rimpianti?
R: Forse avrei potuto fare meglio, ma non si può pretendere di più; sbagli se ne fanno, ma credo di non aver fatto del male a nessuno.
D: Oggi verranno i tuoi nipoti per festeggiarti, sei contenta?
R: Ho avuto una ventina di nipoti e un'infinità di pronipoti e bisnipoti, ne verrà qualcuno, perché ancora non si possono fare grandi feste, li vedrò volentieri.
D: E sei contenta di questo nuovo traguardo?
R: Se non ci fosse stato sarebbe meglio, sono stanca. Come ho detto mi annoio a non far niente, per me la vita si è fermata, anche se non sto male, e comunque non mi lamento.
D: Sai che sei molto invidiata per il tuo spirito vitale e la tua forza di carattere?
R: Devo ringraziare il Signore, è vero, e bisogna reagire, non lasciarsi andare.
Così Deodata Melzani ha affrontato il suo lungo cammino nella vita con equilibrio e sobrietà, arrivando all'invidiabile traguardo centenario sempre curata nella persona e nell'abbigliamento, lucidissima nel pensiero e nella memoria. Una ragazza di 102 anni, che sogna ancora di viaggiare e di fare il mestiere più bello del mondo: fare la sarta a Ponte Caffaro. E chissà, aprire un atelier a San Giacomo, dove nacque alla fine della Grande Guerra come dono di Dio, Deodata, appunto.
Nelle foto del Servizio Animazione:
Deodata Melzani festeggiata per i suoi 102 anni;
con il Sindaco di Bagolino Gianzeno Marca, il Presidente della Casa di Riposo Gianlorenzo Richiedei e la Direttrice Edi Moneghini