Aspettando i balarì

Non è la prima volta, nella storia di questo Carnevale lunga mezzo millennio. In questo caso gli storici contrasti sulle modalità degli “ingaggi”, ovvero il pagamento di un obolo al capo dei balarì e ai suonatori da parte del danzatore davanti alla cui casa avvengono le danze, sarebbero stati amplificati dai contrasti generati dal clima pandemico, quando qualcuno ha danzato lo stesso anche se non era consentito.

È successo così che il grande gruppo dei Balarì del capoluogo, circa 130 figuranti, si è diviso in due, con una quarantina di elementi che hanno deciso di danzare per conto loro.
Nessuno vorrà mancare alla messa delle 6:30 del lunedì in San Giorgio, con la prima danza sul sagrato in onore del prevosto, che anticiperà la prima bevuta di brodo di gallo, poi però il carnevale danzante si dividerà in due.
Separati, è stato annunciato, anche per l’ultima danza, la famosa Ariosa.

Nessun problema per i Mascher, invece, rumorosi con gli “sgalber” ai piedi, licenziosi nei modi e spaventosi con le loro maschere da vecchio, che fanno la loro apparizione in paese fin dal giorno successivo all’Epifania, fedeli come sono al motto che “dopo le sante feste di Natale, ci sono le santissime di Carnevale”.

Meno problematica l’esibizione nella frazione lacustre dei Balarì di Ponte Caffaro: qui già nei giorni scorsi la voglia di festeggiare dopo i blocchi dovuti al “regime Covid” ha portato ad interessanti manifestazioni, come il “villaggio” storico allestito in località Cantarane, con tanto di produzione casearia.

Blindato, dicevamo, il centro storico di montagna, secondo un protocollo stabilito dall’Amministrazione comunale in collaborazione con la prefettura e la questura: «Non si tratta certo di norme che intendono controllare lo svolgimento del Carnevale, che posa le basi su consuetudini antiche e che rimane una manifestazione spontanea – afferma il sindaco Gianzeno Marca -. C’è che il nostro Carnevale attira ogni anno migliaia di persone che specialmente negli ultimi anni non si sono sempre dimostrate rispettose della tradizione. Si è reso dunque necessario stabilire un piano di sicurezza prevedendo la presenza di agenti di pubblica sicurezza in numero adeguato, volontari a presidiare i varchi, postazioni sanitarie, ingresso col bus navetta e via controllando».

Chi ha deciso di salire a Bagolino per godersi lo spettacolo quindi è avvisato: non sarà più possibile scambiare il paese per un porto franco dove tutto è consentito, bisognerà portare rispetto, per la tradizione, ma anche e soprattutto per se stessi.

Alleghiamo un estratto del piano di sicurezza predisposto per i giorni clou del Carnevale bagosso, a Bagolino e a Ponte Caffaro.