«Attacco pretestuoso al Comprensorio»

«In questi anni abbiamo sopportato senza mai rispondere ai ripetuti e pretestuosi attacchi da parte del mondo ambientalista estremista, ci siamo sempre confrontati senza polemica con chiunque avesse posizioni divergenti rispetto alle nostre, se queste venivano espresse con moderatezza.
Se però anche un sindaco del territorio, senza per altro mai che si sia confrontato col nostro ufficio, utilizzi dati errati nel tentativo di distorcere la verità dei fatti per dipingere come scellerati i cacciatori di selezione e screditare l’accurata ed oculata gestione del nostro Comprensorio... questo no, non possiamo accettarlo».

Questa la presa di posizione del Comprensorio Alpino C7 della Valle Sabbia in merito a quanto dichiarato nei giorni scorsi dal sindaco di Anfo, Umberto Bondoni, che a mezzo stampa si era lamentato del fatto che il 70% degli ungulati “selezionati” in Valle Sabbia, nel corso del 2021, erano stati abbattuti sul territorio di Anfo, attorno all’oasi di protezione ambientale del Baremone.

Per questo motivo il sindaco è arrivato a minacciare di chiudere la strada comunale che partendo dal paese porta in quota, la stessa che poi prosegue fino al Giogo del Maniva.

«Dati falsi – dicono dal Consorzio -. Dei 28 ungulati prelevati sono 8 quelli abbattuti nel Comune di Anfo, gli altri sono stati prelevati a Casto, Pertica Alta e Bassa, Lavenone, Bagolino, Capovalle e Vobarno.
Non possiamo sopportare che si semini zizzania fra i cacciatori con l’obiettivo, sembrerebbe, di favorirne una ristretta cerchia».  

In un comunicato stampa, dal C7 affermano che:

«Nel nostro Comprensorio, la caccia di selezione è probabilmente la specializzazione più controllata e sottomessa a regole ferree e stringenti che stanno innalzando sempre più lo standard di professionalità  dei praticanti del selecontrollo.

Nell'ottica di dar lustro a questa nobile pratica, abbiamo adottato uno dei regolamenti più stringenti e vincolanti di tutta la Provincia che, anche con l'ultima integrazione, porta il selecontrollore a grandi sacrifici e rinunce con “uscite” limitate e circostanziate, il tutto sempre sotto stretto controllo della Polizia Provinciale a cui vengono di volta in volta notificate.
Tutto questo porta anche ad una naturale cernita di chi intende svolgere questa specializzazione, che non può essere concessa a tutti ma solo a chi crede in essa fino in fondo.

Bastava minimamente informarsi per evitare queste false illazioni che hanno il solo scopo di screditare i cacciatori e di creare pubblicità a soggetti che francamente non la meritano.
Il Comitato di Gestione non ha altro che ringraziare i cacciatori di selezione che hanno effettuato i prelievi in maniera equilibrata e ben distribuita sul territorio in base alla presenza degli ungulati.

Avremmo potuto dilungarci oltre, vista la gravità delle affermazioni riportate dai Giornali locali, ma riteniamo che nulla sia più forte del lavoro che abbiamo svolto in questi anni e dei dati oggettivi che smentiscono lapidariamente tutte le false illazioni mosse nei confronti del modo venatorio».