Nuova luce sulla Terza guerra d'Indipendenza

Una giornata all’insegna del 1866 e della Terza guerra d’Indipendenza, quella che si è svolta ieri, domenica 19 giugno, a Rocca d’Anfo e al cippo che ricorda il ferimento di Giuseppe Garibaldi durante la famosa battaglia di Monte Suello.

In prima mattina, infatti, una nutrita rappresentanza delle associazioni d’arma dei Bersaglieri, degli Alpini, dei Fanti, dei Marinai, dei Paracadutisti, degli Artiglieri e della Guardia d’onore alle reali tombe del Pantheon ha portato in corteo una corona d’alloro che è stata deposta al cippo garibaldino, nei pressi dell’Ossario di Monte Suello, dai sindaci di Anfo e Ledro, Umberto Bondoni e Renato Girardi.

Dopo questo primo momento istituzionale, è stata la volta del convegno dedicato al primo conflitto del Regno d’Italia: la Terza guerra d’indipendenza, organizzato dal comune di Anfo in collaborazione con l’Associazione Amici della Storia guidata da Paolo Tabadorini.

L’incontro di studi è stato aperto dalle suggestive note dalla Fanfara Bersaglieri “Piume del Garda”, alle quali sono poi seguiti tanto i saluti del primo cittadino anfese Umberto Bondoni, del collega di Ledro Girardi e del presidente della Comunità Montana di Valle Sabbia Giovanmaria Flocchini, quanto il gemellaggio tra i gruppi alpini di Anfo e di Bezzecca nel ricordo della campagna garibaldina del 1866.

Hanno poi preso la parola i relatori della giornata di studi: ad aprire gli interventi è stato lo storico Marco Gemignani, docente dell’Accademia navale di Livorno, che ha parlato dell’inizio della Terza guerra d’indipendenza e della battaglia navale di Lissa, evidenziando i limiti della forza navale del giovane regno d’Italia e sottolineando le responsabilità di questa pesante sconfitta, che segnò per lunghi anni la regia marina.

Il secondo relatore della mattinata, lo storico Emanuele Marini, ha invece intrattenuto la nutrita platea sulla battaglia di Monte Suello, che vide il territorio e gli uomini della Valle Sabbia protagonisti di questa pagina della nostra storia nazionale, caratterizzata dalla figura dell’eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi.

L’ultimo intervento, quello dello storico Tazio Trivini Bellini, ha portato l’attenzione del pubblico sulle armi utilizzate dai garibaldini e dagli austriaci nel corso di quel conflitto. Anche Trivini Bellini non ha mancato di evidenziare che i volontari di Garibaldi avevano a disposizione un armamento del tutto inadeguato, non al passo con l’evoluzione che le armi ebbero in quegli anni, che condizionò l’esito di molti scontri con gli austriaci.

I relatori hanno portato nuova luce su una pagina di storia che ha visto la nostra terra sabbina recitare un ruolo da protagonista in un conflitto che vedeva su opposti fronti le potenze europee dell’epoca.