26 Novembre 2011, 07.00
Anfo
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Come in un'orchestra

Riflessioni e anche proposte. Davide Bondoni torna sul tema del suo ultimo contributo sula vita pubblica del centro lacustre di Anfo.

 
Caro direttore.
 
Mi permetto di ritornare sul tema del mio ultimo contributo, la cui scrittura a qualcuno è parsa ostica. Credo che un governo ed una società siano un po' come un'orchestra. Molti suonano uno strumento diverso, ma tutti collaborano ad un'esecuzione unitaria. Se il primo violoncello parte male per disattenzione, tutti gli altri violoncellisti partiranno ugualmente male, perché sono una squadra. In orchestra non c'è posto per chi vuol fare il furbo e, pensando di essere nel giusto, non collabora insieme agli altri. 
 
Che disastro se ogni violoncellista di fronte allo sbaglio del leader prendesse la sua propria iniziativa! Questo vuol dire, allora, che il contributo del singolo non serve? Giammai. Senza il lavoro di ognuno non si va da nessuna parte. Il gesto del direttore che alla fine del concerto stringe la mano al violino di spalla non è solo un gesto retorico, serve a ricordare il contributo che ognuno degli orchestrali ha dato.
 
C'è chi pensa che la carriera da solista sia un qualcosa di meglio che lavorare in un'orchestra. Come se un professore d'orchestra avesse meno doti di un solista! Il timpanista dei Berliner Philarmoniker ne sa più di molti solisti e sicuramente di più di molti giovani direttori. Ognuno conosce la sua parte e quella degli altri; in questo modo si capisce il proprio ruolo all'interno del brano e ci si ascolta. Che bello vedere gli archi di una grande orchestra, come appunto i Berliner, suonare come se fossero un'unico strumentista. Tutti con la stessa arcata.
 
Eseguire, per esempio, l'integrale delle sinfonie di Mahler o di Bruckner è un evento per qualsasi direttore ed orchestra. Quando l'incompiuta di Bruckner finisce nel silenzio c'è la sensazione di aver compiuto qualcosa di grande assieme.
 
Ecco, a me sembra che questo spirito di collaborazione in base alle proprie capacità manchi nel nostro paese. Ogni nuova amminstrazione più che prendere il testimone dalla precedente, tenta di fare esattamente il contrario. Non parlo di questa o quella amministrazione. Da sempre è così. D'altra parte, ci sono dei progetti che richiedono per la loro esecuzione molti anni. Allora o la stessa amministrazione riesce ad ottenere la maggioranza per tutta la durata del lavoro, o la nuova classe dirigente deve portare a termine i progetti della precedente.
 
Siccome, non c'è accordo su niente e la vita quotidiana di Anfo insegna che sono tutti perfetti governanti, risulta impossibile pensare a qualcosa da lasciare in eredità ad un'amministrazione futura. 
 
Inoltre, ci sono cose che superano i confini del paese: il lago, la Rocca, la pista ciclabile, il battello, ecc. A mio parere, si dovrebbe pensare su questi problemi come se tutti i paesi lacustri fossero soggetti alla stessa amministrazione. Campanilismi e ripicche ci danneggiano a vicenda.
 
La chiusura della Rocca (a cui il sindaco attuale fu forzato) danneggia anche Idro e Ponte Caffaro. I nostri non sono paesi industriali, ma turistici. Data anche la crisi, perché mai un turista dovrebbe spendere i soldi in una località che offre poco? D'altra parte, è anche vero che la questione è assai strana. O si riapre la Rocca o si chiude anche la strada. Alcune parti sembrano essere in sicurezza. Certamente, lo è la parte sotto la strada. Qui, si dovrebbero battere tutti insieme per ottenere almeno questo: un'apertura parziale.
 
I dirigenti del demanio, pur con tutta la loro capacità, non vivono i nostri problemi e quindi si comportano in maniera formale, affidandosi alle normative vigenti.
 
Ma non è finita. La Rocca per quanto bella possa essere, non è attualmente la residenza di nessuno. Un masso cadendo dalle montagne ha sfiorato una casa del paese. Perché nessuno ha avvisato il demanio anche di questo? Stiamo cadendo nel grottesco. E' più importante mettere in sicurezza un monumento (seppur importante) che delle persone!
 
Veniamo alla pista ciclabile. Qui si discute se il progetto precedente fosse corretto o meno. Non mi sembra questo il problema. Se non è corretto, se ne fa un altro (ovviamente, tenuto conto delle possibilità che le leggi attuali offrono). La ciclabile avrebbe anche unito fisicamente i nostri paesi. Questo sarebbe un bel segno anche di condivisione nei confronti di visita i nostri paesi.
 
Ma il bello è che anche quando si è tutti d'accordo su una posizione ci si straccia le vesti perché ognuno vorrebbe risolvere la questione a modo proprio.
 
Questo non solo non è possibile, ma neanche realistico.
 
Il risultato è che ci si insulta gratuitamente a vicenda e la tensione aleggia nell'aria. Qualcheduno afferma di non ricevere più il saluto dopo le elezioni perché secondo altri ha scelto la parte sbagliata. Tutto questo fa sì che la gente si ricordi di più degli sgarbi, delle parole e dei comportamenti che della sostanza.
 
Io sono sempre dell'idea che anche in un momento di crisi come il nostro qualche soluzione si può trovare. Per esempio, ripristinando i vecchi sentieri del nostro circondario. Oppure abbellire i vari porti dove attracca il battello. Che ne so? Onestamente, la ricetta magica non la possiedo. 
 
Mi si potrebbe rimproverare che è facile accusare. Io non accuso nessuno. Constato e vi rifletto sopra. Non giudico il paese per come io, davide bondoni, lo vorrei, ma per come potrebbe essere per gli altri. Inoltre, sono finora l'unico anfese che si è preso la responsabilità pubblica di esprimere il proprio pensiero. Non mi sembra poco.
 
Ad ogni modo, non credo di offendere nessuno, sottolineando alcune incongruenze. 
 
Davide Bondoni


Commenti:
ID14825 - 26/11/2011 08:11:33 - (sonia.c) - grazie signor Davide Bondoni!

le sue sagge parole sono davvero un'utile riflessione per tutti e per tutte le comunità!

ID14829 - 26/11/2011 10:30:59 - (silvius) -

Oppure creando un solo Comune per i paesi rivieraschi e passare sotto l' Amministrazione trentina . Le Giudicarie inferiori si chiudono geograficamente alla fine del lago, l dove ci sono le paratie. Comunque gli amministratori di un paese rappresentano le capacit, la professionalit, l' intelligenza della intera popolazione ergo :amministatori incapaci abitanti incapaci, amministatori validi abitanti validi.L' equazione semplice.

ID14830 - 26/11/2011 10:33:20 - (silvius) -

ma perch le vocali con l' accento non escono mai?

ID14832 - 26/11/2011 10:57:00 - (ubaldo) - Vocali

Dipende dal tuo browser. Se utilizzi explorer prova ad aggiornarlo e vedrai che òèàìù le vedrai correttamente. Altri hanno problemi con gli apostrofi. Ciao Ubaldo

ID14837 - 26/11/2011 12:30:00 - (davidebond) - grazie

Grazie. Purtroppo, non sono così saggio come può sembrare. Gentile Silvius non credo che un governo incapace implichi una nazione incapace. Dall'antichità si aspira ad una società meritocratica, ma non è mai esistita. Purtroppo, la democrazia ha portato alla tirannia della maggioranza. Non è detto che chi alza di più la voce sia anche il più capace. Se ad un ristretto convegno sulle geometrie non euclidee, partecipa un folto pubblico di non addetti ai mestieri, la maggioranza potrebbe non capire e sbagliare rovinosamente. In questo caso, in barba alla democrazia, la minoranza avrebbe ragione. La cosa risulta poi più complicata quando la popolazione è fratturata al suo interno.

ID14841 - 26/11/2011 14:20:59 - (panta_rei) - La democrazia...

è imperfetta. Trovo infatti ingiusto che il mio voto, che ho fatto poco e niente per la res publica et civitatis, valga tanto quello di una Rita Levi Montalcini o di un nobel a caso. Sono fuori tema, ma avevo voglia di divagare e intervenire su di un articolo del figliol prodigo ritrovato ;-)

ID14842 - 26/11/2011 17:55:00 - (Aldo Vaglia) - Per Davide

E' molto vero cio' che affermi sia per la democrazia che per l'orchestra. Le classi dirigenti non si scelgono, al massimo si votano. I candidati li nominano altri, se il criterio seguito e' quello meritocratico, le democrazie funzionano, se e' quello parentale o di clan gli eletti ubbidiscono al capo. La "leggenda metropolitana" che ogni popolo e' responsabile della sua classe dirigente fa comodo agli eletti e agli allocchi. L'orchestra e' diversa, e' "solista e meritocratica", ma per funzionare deve comportarsi come una perfetta democrazia.

ID14843 - 26/11/2011 21:26:04 - (Dru) - beh tutto vero, eccetto...

Eccetto che chi governa è il solista , è colui che produce la sinfonia e non c'è orchestra che tenga e non c'è coralità che vinca. Insisto su questo concetto, che ho già esposto più volte anche in questo blog. Confondere l'orchestra con il compositore è mortale.

ID14858 - 27/11/2011 19:38:35 - (davidebond) - per Dru

Io direi che questo è OT [out topic] come si dice. Scusami se mi permetto di insistere, ma il direttore non ha quel ruolo così fondamentale come sembra. Per un direttore non è indifferente suonare coni Wiener piuttosto che con i Berliner o la Staatskapelle. La sua interpretazione è un canovaccio che va completato tenendo conto della personalità di ogni orchestra. Inoltre, il direttore (sopratutto oggi, ma anche in passato) per motivi di tempo non può far tutto lui. Chi prepara l'orchestra è il violino di spalla (il primo violino dei primi violini). In tedesco si chiama "Konzertmeister" che rende l'idea del suo ruolo. I violinisti prima guardano il violino di spalla e poi il direttore. L'interpretazione del direttore viene filtrata da una rigida e fluida struttura. Quale perdita fu per i Berliner la prima viola Giusto Cappone! Questo per quanto riguarda il rapporto direttore-orchestra. Il rapporto solista-orchestra è simile.

ID14859 - 27/11/2011 19:43:37 - (davidebond) - per Dru. Fine

Tra solista e direttore non c'è un rapporto di sudditanza, ma di concertazione. L'interpretazione viene decisa ASSIEME. Martha Argerich da più di 20 anni non suona più da sola; ha detto "ho scoperto la gioia del fare musica insieme". Non solo, spesso il solista è un membro della stessa orchestra. O quante volte, il violino di spalla si stacca dai violini per un assolo? Nella ottava di Mahler, nella seconda parte si staccano i primi 5 violoncellisti dell'orchestra. Nei concerti per corno e orchestra, generalmente, il cornista è un membro dell'orchestra. Io però, vorrei rimanere nel solco della metafora. La mia era una questione morale ed etica, non di storia della musica.

ID14860 - 27/11/2011 19:45:33 - (davidebond) - Per Vaglia

Esattamente. Non c'è nulla d'aggiungere. Concordo perfettamente anche con Panta Rei.

ID14867 - 28/11/2011 08:28:52 - (Dru) - hai fatto bene a difendere la coralità..

ma non sei , giustamente , intervenuto sul compositore , il creatore , colui che inventa , il coro e l'orchestra è sempre in funzione e non produce che il suono da lui inventato. La nostra è una società , quella contemporanea , che non crede più al genio e il genio si nasconde (muore). Beethoven e Mozart oggi non avrebbero il terreno su cui fondare le loro fortunate opere. Il genio va riconosciuto , un poco come per il messia.

ID14883 - 28/11/2011 12:04:31 - (davidebond) - Giusto

Hai ragione. Tuttavia io non credo che le opere di Beethoven siano un dato di fatto, ma qualcosa di vivo che rinasce ogni volta che viene eseguito. Aggiungo anche che ci sono ancora persone di genio, come M. Lindberg i quali creano le loro opera avendo in mente una particolare orchestra, una particolare voce, un particolare strumento, ecc. Esattamente, come la musica di Mozart si può capire solo a partire dalla prassi esecutiva dell'epoca e dello strumento che aveva in quel momento.

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