23 Novembre 2011, 07.00
Anfo
Lettere

A glooming peace

di Davide Bondoni

Acuto osservatore delle cose del mondo e di ciň che capita nella "sua" Anfo, Davide Bondoni ci segnala quella che ritiene una deriva preoccupante.

 
A glooming peace this morning with it brings:
The sun for sorrow will not show his head.
Go hence to have more talk of these sad things,
Some shall be pardon'd, and some punished,
For never was a story more woe
Than this of Juliet and her Romeo.
[W. Shakespeare, Romeo and Juliet, Atto V, vv. 304--309]
 
Con questi versi si chiude la popolare tragedia di Shakeaspeare e con questi vorrei iniziare il mio breve discorso.
Mai come in questi mesi il nostro piccolo paese sta vivendo momenti di tensione. Mai come in questi giorni il giĂ  greve linguaggio quotidiano sta affondando negli insulti gratuiti.
Il problema è che Anfo diventa di nuovo protagonista per le sue faide interne.
Quello che non capisco è perché tali faide cerchino lo spazio offerto dalla politica per essere combattute, invece, di usare i canali preposti.
 
Per esempio se mister x odia mister y, questo può anche essere un affare pubblico, ma non appartiene alla sfera politica.
E' una questione di sentimenti che vanno riconosciuti e non cammuffati sotto prese di posizione politica. In altri termini, non posso giustificare l'odio con il mio vicino perché non ha fatto le mie stesse scelte politiche.
Semmai, è l'inverso. Io non tollero che il mio vicino abbia fatto certe scelte, perché lo odio già per altri motivi. Quali sono questi motivi? Chi lo sa... Un’auto analisi potrebbe essere utile.
 
In ogni caso, la politica del paese non può frantumarsi a partire dai singoli sentimenti, altrimenti è finita.
Non sto invocando una politica del “vogliamoci bene”.
Sarebbe sciocca e banale. Invoco, invece una cooperazione strutturale che tenga conto delle proprie responsabilitĂ , ovvero delle conseguenze che scendono dalle azioni.
Un conto è sognare un evento, un altro è metterlo a bilancio in un registro amministrativo. In questo secondo caso, ci vuole lungimiranza.
 
Putroppo, viviamo in una societĂ  che ha sostituito l'azione al pensiero.
Di un politico ci si domanda cosa farà o cosa non farà, ma non cosa è in grado di pensare. Ma l'azione è cieca senza una mente che la guida.
I fascismi occidentali sostituirono al concetto di “cultura” quello di “propaganda” e al “pensiero” l”azione”. Siamo ancora vittime di questo scambio. 
Abbiamo bisogno che il pensiero rinvigorisca la qualitĂ  della vita e ci aiuti a superare i meschini conflitti quotidiani.
 
Non è questione di ragione o torto.
Bisogna essere consapevoli di stare lavorando (nella nostra diversità e con i nostri mezzi) ad un bene che è di tutti.
Data la situazione geografica, mi sento anche di dire che questo “bene” ha delle ricadute anche sulla politica dei paesi limitrofi.
A chi ritiene che il pensiero sia inutile chiedo di soffermarsi sugli oggetti della vita quotidiana e a pensare quanto pensiero puramente teorico vi sia in esso.
 
E' bello prostituire la vita pubblica sino a farla diventare oggetto di riso?
C'è il rischio che l'attenzione si sposti dal contenuto della politica alle modalità in cui tale contenuto viene espresso.
 
Davide Bondoni
 


Commenti:
ID14757 - 23/11/2011 13:15:08 - (Giacomino) - Così é,

se vi pare.

ID14777 - 23/11/2011 19:37:37 - (pierdo53) - Concordo

Concordo con Davide su quello che st succedendo ad Anfo, mio paesello mai dimenticato anche se da vari decenni non abito pi li. Probabilmente non ci si rende conto che da queste beghe ne deriva solo un danno per il paese, per la sua Rocca, proprio ora che anche i media ed i turisti sembravano avere scoperto con piacere questo "tesoro" nascosto. Sarebbe proprio un peccato che per 600.000 euro (a fronte dei miliardi buttati al vento da questo ns. bel paese) tutto questo entrasse nel dimenticatoio.

ID14790 - 24/11/2011 09:06:14 - (Dru) - è evidente che tutto esiste e è uno.

facciamo questo esempio: è evidente che le cose non esisterebbero se io non esistessi (le pensassi) e è evidente che le cose esisterebbero anche se io non esistessi (non le pensassi).Le due proposizioni sono vere entrambe ma sono antinomie, non lo sono più solo nel momento in cui prendiamo per vero il mio titolo : è evidente che tutto esiste e è uno. Questa mia premessa la scrivo a Davide per significare che nel reale , quello dell'uno , non esiste chi sbaglia e non esiste chi è diverso , forse è per questo motivo che l'amore cristiano ha così presa nelle coscienze? Perchè aderente alla realtà? a quella mia prima proposizione ?

ID14792 - 24/11/2011 10:47:15 - (Dru) - Sopra, sul piano metafisico che è struttura , sotto...

Sul piano politico che è sovrastruttura concordo con le tue parole e , per forza di cose , anche ricard53 con il suo approccio duale della realtà. Quando dici " In ogni caso, la politica del paese non può frantumarsi a partire dai singoli sentimenti, altrimenti è finita." non fai altro che parafrasare quanto scrivo sopra ,non è nel diverso (frantumazione di sentimenti implica il diverso il duale) che dobbiamo finire altrimenti erriamo (altrimenti non leggiamo la realtà).

ID14794 - 24/11/2011 11:34:10 - (davidebond) - Per Dru

Caro Dru, concordo con te parzialmente. Come ti ho già scritto, appena mi arriva qualche copia del mio ultimo articolo, te lo faccio avere. Lì, una volta per tutte, e (spero) con dovizia di particolari di avere esposto questa mia concezione "strutturale". Sono d'accordo su un'unità di fondo, ma penso che questa unità sia articolata al suo interno producendo quello che noi percepiamo come "diverso". Dal riconoscimento dell'unità nel "diverso" nasce, a mio parere, un modo peculiare di vivere insieme. Ovviamente, al di fuori di quest'unità c'è niente, altrimenti non sarebbe assoluta. Io, però metto l'accento sulla diversità più che sull'unità. In una società in cui ci si riconosce nel diverso non c'è posto per delle faide (ovviamente le lotte per il potere sono un'altra cosa).

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