Il dolore dei genitori

“Oggi abbiamo bisogno di sapere che la vita è più forte della morte. Luca questo ora lo sa, perchè c’è Gesù che si sta facendo carico della sua sofferenza e di quella della sua famiglia”.
Don Giovanni Lamberti, il parroco di Sabbio Chiese, ieri pomeriggio ha cercato di parlare ai ragazzi e agli adulti, ma soprattutto ai due genitori che faticano a trovare pace. Ed erano in molti ad ascoltarlo. La Parrocchiale dedicata a San Michele infatti, ampio tempio romanico-gotico del ‘400, non è bastata a contenere tutto il dolore per la tragica scomparsa di Luca Guerra. Per l’ultimo viaggio del giovane morto sabato scorso ad Agnosine nel ribaltamento dell’auto prestata da papà, per Luca che avrebbe compiuto 19 anni se fosse arrivato al prossimo mese di agosto, si è mossa mezza Valle Sabbia e anche di più.

Occhi lucidi, mascelle serrate, soprattutto silenzio di fronte a questa ennesima tragedia che ha coinvolto un altro giovanissimo. “Ci vorrà tempo perchè la rabbia e il dolore per una scomparsa tanto bruciante e che ci coinvolge tutti possano lasciare spazio alla compassione di cui Gesù è portatore. Tenete però ben presenti tre immagini che su questo cammino vi possono aiutare” ha detto don Giovanni.

“La prima sono i due cortei di domenica scorsa: quello del pomeriggio della festa del carnevale, inneggiante alla vita e allo stare insieme con gioia, e quello della sera diretto alla casa di Luca, carico invece della potenza della morte. Due cortei che rappresentano il duello fra la vita e la morte che sono le due facce della stessa medaglia e che si muovono sempre dentro di noi”.

La seconda immagine “è quella del padre e della madre che piangono la morte del figlio. Rappresentano la sconfitta della sorgente della vita e anche qui si compenetrano due aspetti solo apparentemente contraddittori: la delicatezza necessaria per avvicinarsi ad un dolore così grande per la perdita di un figlio, che è il più grande dolore, e la violenza che si accanisce su due persone che restano sole”.

La terza immagine sulla quale don Giovanni ha chiesto ieri di focalizzare l’attenzione sono i giovani, veramente tanti presenti in chiesa nel giorno dell’addio a Luca: “Giovani che possono semplicemente accompagnare al cimitero un altro giovane come loro, giovani che possono fare in modo che questo nuovo incontro con Luca e con il suo sacrificio possa dare un nuovo senso alla loro vita, perchè sia la vita di tutti noi ad avere senso”.
E’ un figlio di tutti quanti i presenti quello che un’ora dopo è stato seppellito nel cimitero del centro valsabbino. Luca non c’è più, ma nessuno potrà mai portarsi via quello che è stato, il suo sorriso, la sua freschezza di diciottenne.

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