27 Agosto 2022, 09.00
Val del Chiese
Territorio

La fata "gavardina" incanta grandi e piccini

di Gianpaolo Capelli

Chi arriva In Val di Ledro, da Storo o da Riva, arrivati a Bezzecca salendo brevemente si trova la val di Concei. La valle si restringe quando a Lenzumo si prende la strada per andare al Rifugio al Faggio a 1000 slm. Alzando gli ochi al cielo il benvenuto le danno lassù in alto le splendide montagne del monte Cadria

VIDEO

La Val Concei costituisce il polmone verde della Valle di Ledro per via delle fitte foreste che la ricoprono e delle vette che superano i 2000 m, tra cui spicca il Monte Cadria (2254 m.). La Valle è composta da tre paesini: Locca, Enguiso e Lenzumo, che offrono per il loro carattere rurale numerose possibilità di escursioni a piedi e in mountain bike.
 
La Valle è attraversata dal sentiero naturalistico di fondo valle, che percorre inizialmente i tre abitati di Locca, Enguiso e Lenzumo per poi addentrarsi nel bosco costeggiando la pista di sci di fondo di “Chinaec “e arrivando fino al rifugo al Faggio.Il percorso è consigliato alle famiglie con bambini grazie al dislivello contenuto, al panorama sul bosco e sui monti circostanti e alla facile percorribilità.
Un itinerario adatto anche per chi vuole correre a contatto con la natura e per chi cerca un percorso MTB con poco dislivello, ma con fondo sterrato.
 
Nel 2018 gli scultori di Leder Legn si sono ispirati alla leggenda della Fata Gavardina per il loro seminario di scultura del legno.Il bosco davanti al Rifugio “Al Faggio” si è trasformato in una foresta incantata dove è possibile passeggiare tra gnomi, fate e stregoni.
Addentrandosi lungo la strada che porta al Faggio, prima si incontrano i prati della valle che sono ancora sfalciati e poco prima del rifugio si aprono boschi e pini che si stagliano alti verso il Cadria
 
È sempre più ricco il parco della Fata Gavardina che in Val di Concei accompagna bambini e curiosi nella camminata tra il bosco, nella zona del Rifugio “il Faggio”: il legno degli alberi spezzati dal vento ha ritrovato vita nel 2018  grazie all’opera degli artisti del legno di Leder Legn, guidati allora dai maestri Livio Tasin e da Mario Brugnoni, che recentemente ha esposto a Bagolino; essi hanno realizzato ulteriori opere d’arte nell’ambito del secondo simposio di scultura dedicato alla leggendaria Fata.
 
Il cammino nel bosco si è arricchito di ulteriori personaggi (gnomi, elfi, insetti maligni, animali) tra i quali anche due bimbi che leggono la leggenda della Fata Gavardina all’ombra dei maestosi pini, cullati dallo scorrere del vicino torrente Assat.
 
L’associazione Leder Legn nasce nel 2016 con sette fondatori ed ora conta una cinquantina di soci tutti hobbisti e appassionati dell’arte del legno: in forma volontaria sono impegnati sul territorio con simposi, corsi e manifestazioni che di fatto contribuiscono ad arricchire, mese dopo mese la Valle di Ledro.
 
Lode e onore a questi bravi artisti che lì nel parco della fata Gavardina, ma non solo, hanno realizzato oltre venti sculture che resisto alla intemperie e al mutare delle stagioni. Ecco brevemente la leggenda della Fata Gavardina.
 
La leggenda narra di una fata chiamata Gavardina, il cui canto melodioso era motivo di benessere per gli abitanti della Val di Ledro. Essi si sentivano cullati e protetti sotto la sua invisibile protezione.
 
Un giorno però la fata percepì un certo malessere nei suoi compaesani Ledrensi, causato dalla presenza di insetti cattivi nei boschi, che mangiavano le foglie delle piante, motivo di disperazione per gli abitanti, affezionati alle bellezze naturali della propria valle e alla propria terra.
 
La fata essendo buona non poteva in alcun modo distruggere gli insetti nocivi. Conosceva però altre fate e maghi e si rivolse al potente mago che viveva nei ghiacciai della vicina Rendena. Il Mago delle nevi promise di aiutare Gavardina e i ledrensi liberandoli dagli insetti cattivi.
 
Egli arrivò, radioso come il sole, e gli insetti sbucarono dalla terra quasi tutti in un giorno e cominciarono ad invadere le piante del fondovalle. Il mago delle nevi mandò i suoi folletti, che gonfiando le loro gote soffiavano una nuvola bianca, che fece cedere gli insetti a terra morti.
 
La fata Gavardina guardava ammirata, ma nel frattempo si accorse tristemente che i Ledrensi ormai privati da troppo tempo della loro terra, si stavano abituando ad un altro e diverso stile di vita: lavoravano la terra sempre con meno interesse e amore, e non si accorgevano nemmeno se gli insetti cattivi tornavano o meno a infastidire le piante.
 
Gavardina si sentì tanto triste. Vide una Valle di Ledro trasformata. I prati erano invasi da sterpi e cespugli, i campi incolti e i fienili decadenti.  Gavardina così fuggì nei suoi antri umidi della Val de Fi.
 
Da quel giorno ancora non si sa se sia viva ancora là dentro. Più nessuno sale lassù a bere alle sette sorgenti e ad ascoltare il suo canto melodioso. La Fata Gavardina ci ricorda come i nostri avi erano abituati a vivere le montagne Trentine ed il loro legame che avevano con la loro terra, che è stato radicalmente cambiato negli ultimi decenni a sfavore della stessa.
 
Questo può farci tutti un po’ riflettere…e meditare. Il messaggio della fata Gavardina è più che mai attuale: se non rispettiamo il creato un brutto futuro spetta ai nostri figli e nipoti
 
Per chi non è stato ancora in val di Concei a visitare il parco della Fata Gavardina, questo video che ho realizzato, penso vi convincerà a fare un giro con le vostre famiglie e con i vostri ragazzi.
 
Ultima cosa si dice che accarezzando i capelli della statua della Fata...porti fortuna. Speriamo, ne abbiamo bisogno Se siete fortunati e la incontrate, mi raccomando salutatemela. Per info sul percorso, visitare il sito della valle di Ledro
 


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