Colgo l’occasione per esprimere tutto il mio sdegno in merito agli ultimi tristi e tragici avvenimenti che hanno visto ancora una volta la sconfitta della popolazione valsabbina e del nostro splendido lago d’Idro...
Gentile Direttore,
colgo l’occasione per esprimere tutto il mio sdegno in merito agli ultimi tristi e tragici avvenimenti che hanno visto ancora una volta la sconfitta della popolazione valsabbina e del nostro splendido lago d’Idro che viene nuovamente oltraggiato e vessato da provvedimenti vergognosi che non tengono conto della sua fondamentale importanza.
In questi giorni, infatti, è stato deciso, su richiesta da parte dell’Autorità di bacino del fiume Po e Coldiretti, di prelevare una quantità enorme di acqua dal lago d’Idro per cercare di ovviare al problema di irrigazione dei campi e delle coltivazioni della bassa bresciana e del mantovano, tutto questo a discapito ovviamente del lago e del fiume Chiese che adesso rischiano di veder compromesso il loro ecosistema con ricadute sia dal punto di vista economico-sociale sia della salute pubblica, come nel caso di epidemia di legionella avvenuto nel 2019.
Il fatto è, caro Direttore, che il bisogno estremo di acqua da parte degli agricoltori è causato dai gravi problemi strutturali cronici del sistema idrico locale e nazionale. A livello acquedottistico è dato ormai assodato che le tubature italiane, comprese quelle bresciane, hanno perdite intorno al 40 %, cioè su 100 litri d’acqua prelevati alla fonte, a causa delle perdite lungo il tragitto prima di arrivare al nostro rubinetto ne vengono sprecati ben 40 litri: dati attuali stimano che nella rete bresciana vi sia una perdita annuale complessiva pari a “80 milioni di metri cubi d’acqua”, una quantità d’acqua enorme pari ad un’altezza di 20 cm del lago di Garda; per non parlare della situazione dei reflui e del sistema fognario dove la mancanza quasi totale della separazione delle acque bianche dalle acque nere provoca ulteriori problemi all’ambiente e ci pongono in infrazione nei confronti delle direttive europee per milioni di euro.
Ma è sul comparto agricolo che si determinano i maggiori sprechi idrici causati da tecniche di irrigazione fatiscenti ed obsolete, collegate a una tipologia di agricoltura e allevamento insostenibili: a questi metodi, già di per sé inaccettabili, si riscontrano pure alti livelli di inquinamento del terreno e delle falde acquifere stesse causate dall’eccessivo carico di nutrienti introdotti nei terreni agricoli tramite lo spandimento di fanghi ( oltretutto autorizzato da regione Lombardia) nonché dalla vasta gamma di prodotti fitosanitari (erbicidi, pesticidi, diserbanti) che vengono distribuiti sui raccolti, per non parlare dell’enorme abuso di antibiotici e antibatterici che devono essere somministrati agli animali per evitare possibili malattie ed infezioni, causate appunto dalla metodologia di allevamento in forma intensiva.
Mi chiedo come, di fronte ad un simile scenario, si possa anche solo pensare di risolvere il problema idrico del comparto agricolo quando è il sistema agricolo stesso il primo responsabile di questo impoverimento delle risorse idriche. Ciò che mi fa ancora più impressione è la stupidità e l’incapacità dei nostri amministratori locali, provinciali, regionali e nazionali che di fronte a tale situazione di crisi idrica e di tutte le sue problematiche, già ampiamente conclamate negli corso degli ultimi, non siano in grado dare risposte serie ed efficaci al nostro territorio e, invece di porre rimedio ai problemi strutturali decennali, non sappiano fare altro che emanare ordinanze per limitare il consumo personale; se da un lato ritengo doveroso cercare di fare la propria parte contro lo spreco idrico, dall’altro penso che non è di sicuro in questo modo che si risolveranno tutti i nostri problemi.
Nonostante una parte del problema della crisi idrica nazionale sia sicuramente dovuta ad una prolungata situazione di siccità, questa non è da ritenere una scusante ma anzi un aggravante nei confronti degli enti preposti, nonché dei i vari politici, amministratori e dirigenti, in quanto la grave situazione di scarsità di precipitazioni e di nevicate durante il periodo invernale faceva già presagire una possibile e concreta situazione di rischio per il periodo estivo: se siamo arrivati a questo punto è a causa quindi dell’incuria e dell’inefficienza di tali soggetti che ora hanno pure la pretesa di venire a prelevare l’acqua dai nostri laghi e fare la multa alle persone che si lavano. In pratica una pannocchia o una mucca hanno più diritto a bere di un valsabbino e di un bresciano!
Auspico quindi che i sindaci e le amministrazioni della nostra valle si ritrovino al più presto in una riunione straordinaria congiunta con la comunità montana di Valle Sabbia affinché si affronti seriamente questo problema e si ponga un diniego rispetto a quanto autorizzato dal Ministero e richiesto dall’Autorità di bacino, scrivendo nero su bianco le vere problematiche ed i veri responsabili dell’intensificazione della crisi idrica, mettendo di fronte alle proprie responsabilità i vari enti locali, provinciali, regionali e nazionali ed i rispettivi funzionari, ed eventualmente, facendogli rispondere in sede civile e penale per i reati commessi.
Mattia Chiodi
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