Acque del Chiese: cosa sta facendo Trento?

«Ma la Provincia autonoma di Trento cosa sta facendo per salvaguardare le risorse idriche dell’intero bacino del Chiese e del lago d’Idro?».
Così si potrebbe riassumere l’interrogazione presentata alla Pat dal consigliere Alex Marini, dell'M5S.

Prendendo spunto dalla posizione critica assunta nei giorni scorsi dai sindaci rivieraschi e dal presidente del Bim del Chiese in merito alla risoluzione numero 54 approvata da Regione Lombardia, dove si parla di utilizzo della risorsa Eridio soprattutto dal punto di vista dei Comuni sublacuali, Marini chiede quali iniziative intende intraprendere la Provincia Autonoma di Trento.

Il consigliere ricorda gli impegni fin qui disattesi.
In particolare quello assunto a luglio del 2020 a seguito dell’approvazione di un ordine del giorno che prevedeva fra le altre cose: un monitoraggio del fiume Chiese e del lago d'Idro ai fini dell'elaborazione di un modello di sfruttamento idroelettrico sostenibile replicabile in altri bacini fluviali del Trentino; azioni in sinergia con i dipartimenti di ingegneria delle Università di Trento e Brescia; analisi specifiche sulle modalità attraverso le quali il cambiamento climatico potrà influenzare la disponibilità e la qualità delle acque nel bacino imbrifero del Chiese.

Lo stesso Marini a dicembre del 2020 aveva presentato un “Modello di gestione del fiume Chiese in chiave idraulica e ecologica (MoCh)” che però dalla giunta provinciale era stato rigettato.
Che sia il caso di rimetterlo sul tavolo delle decisioni?

.in foto: il biotopo di Baitoni quasi a secco, fotografato un paio di giorni fa