L'ultimo forte abbraccio a Irene

Ieri pomeriggio Villanuova si è fermata per dare l’ultimo saluto a Irene Sala, la ragazza 17enne rimasta vittima, insieme ad altri quattro amici, del tragico incidente stradale avvenuto sabato sera lungo la 45bis a Rezzato.

L’amministrazione comunale aveva decretato il lutto cittadino per il giorno dei funerali della giovane ragazza, tragicamente scomparsa nel fiore dei suoi anni.

E in tanti non sono voluti mancare per l’ultimo saluto a lei e per rivolgere un forte abbraccio alla sua famiglia avvolta dal dolore per questa improvvisa scomparsa della loro figlia e sorella. Tanti ragazzi e ragazze, amici e compagni di scuola presenti; tanti gli amici e conoscenti della famiglia; tanti i villanovesi che hanno voluto pregare per lei e la sua famiglia.

Sono state parole di conforto e di vicinanza quelle offerte dal parroco don Gualtiero Pasini durante l’omelia, ricordando le orme e i passi di Irene ha lasciato nelle tante persone che ha incontrato nella sua seppur breve vita. Ha poi letto una poesia di Henry Scott Holland, ispirata agli scritti di Sant'Agostino, nel quale afferma che i nostri defunti è come se fossero in una stanza accanto e di rivolgersi a loro chiamandoli come sempre per nome.
«Il nome Irene vuole dire pace – ha concluso il parroco –: che il Signore ci conceda pace, serenità e consolazione».

All’inizio della celebrazione, don Gualtiero ha letto la lettera che il vescovo di Brescia mons. Pierantonio Tremolada ha voluto far pervenire alla famiglia e alla comunità villanovese per esprimere la sua vicinanza ai genitori e ai familiari.

Al termine della funzione funebre ha preso la parola il sindaco di Villanuova Michele Zanardi, per esprimere il dolore dell’intera comunità per questa giovane vita spezzata: «Oggi non siamo qui a ricordare una persona che fatto qualcosa di importante per la nostra comunità, ma una ragazza che la sua storia non l’ha ancora scritta. Per questo mi rivolgo ai giovani con l’invito a colmare loro il vuoto che Irene ci ha lasciato».

Anche le cugine hanno voluto esprimere il loro saluto a Irene, a nome dei familiari, attraverso la lettura di una commovente poesia.

Infine anche il papà Enrico ha avuto la forza di rivolgere ai presenti non solo parole di ringraziamento per la vicinanza che è stata manifestata da tutti in questi giorni, ma ha voluto rivolgere un doppio invito. Il primo, ricordando il grande cuore e la bontà d’animo dell’amata figlia Irene, «che difendeva l’indifendibile», di fare in modo con la bontà, il mutuo aiuto, di costruire una società migliore: «è questo il vero progresso», ha ribadito. L’altro invito è per chi cova rancori verso qualcuno, di parlarsi e di chiarirsi, per vivere meglio.

Un gruppo di amiche ha portato con sé un cartellone con delle foto che le ritraevano insieme a Irene. Tanti anche i fiori bianchi che sono stati posati vicino alla bara, in segno d’affetto per l’amica e la compagna che ora non c’è più.