Con la testa... contro l'airbag

Vi sarà già capitato di osservare, mentre siete alla guida, il veicolo davanti a voi frenare bruscamente e procedere a zig-zag, oppure l’auto alle vostre spalle avvicinarsi sempre più al vostro paraurti posteriore.
Un tempo avreste pensato a un conducente ubriaco o alle prime armi, oggi, nella maggior parte dei casi, vi basta sorpassare il veicolo o lasciarlo passare per scoprire che c’è di mezzo un cellulare o un tablet.

Gli automobilisti che al volante (in centro abitato così come in tangenziale) leggono mail, inviano messaggi, si scattano selfie, navigano su internet e telefonano, crescono sempre di più.
Anche i motociclisti non fanno eccezione: equilibristi con una mano sulla manopola e l’altra sulla tastiera del cellulare; oppure con il telefono infilato nel casco intenti in un’improbabile conversazione durante la guida.

Questo rito digitale di massa, oltre a infrangere il codice della strada, può essere fatale per se stessi e per gli altri.
Perché per distrazione spesso si muore o si uccide.

Risulta infatti come la prima causa d’incidenti stradali con feriti in Italia, e la cosa più grave è che il fenomeno sembra accentuarsi maggiormente quando si parla di giovani.
Basterebbe dare un’occhiata ai social network per rendersi conto di quanti ragazzi si facciano foto alla guida.

I secondi necessari per farsi un selfie sono 14: il tempo di sbloccare la tastiera del cellulare, cliccare sulla fotocamera, impostare l’inquadratura, trovare la posa perfetta, scattare la fotografia e condividerla con gli amici.
E’ in questo lasso di tempo che deconcentrandosi può accadere di tutto.

Spetterebbe alle forze dell’ordine sanzionare questi comportamenti, difficile però rilevarli, soprattutto in caso di pioggia o durante la notte.
Inoltre l’infrazione è facilmente contestabile (“Stavo spostando il cellulare da un portaoggetti all’altro”, “Stavo utilizzando il cellulare come navigatore”).

Le case automobilistiche cercano in tutti i modi di semplificare e diminuire i dispositivi di controllo per ridurre al minimo le distrazioni, ad esempio applicando sistemi vocali o comandi al volante, ma noi ne inventiamo di nuove.

Spesso ci giustifichiamo con la mancanza di tempo e la fretta, come se guidare e utilizzare il cellulare fossero due azioni del tutto compatibili.
Invece l’una pregiudica l’altra, dobbiamo esserne coscienti.

Diciamolo chiaramente: o si guida o si gestisce la propria vita online.
Sarebbe più saggio visualizzare i messaggi WhatsApp in un altro momento, rispondere alle mail di colleghi o clienti appena giunti a casa o in ufficio, consultare Facebook durante la pausa pranzo.

La verità è che ormai siamo internauti ossessionati dal cellulare e non riusciamo a farne a meno.
Le risposte devono essere tempestive, i tempi di attesa annullati, i tweet rapidi, coincisi e mirati, dettati più dal fervore che dalla ragione.

La guida invece dovrebbe essere un momento di pausa in cui “stacchiamo”, uno spazio tra una faccenda e l’altra, in cui possiamo rilassarci e pensare.
La musica della radio è sicuramente uno strumento che ben si concilia con queste due pratiche, il cellulare no.

Cerchiamo di essere all’altezza degli strumenti che utilizziamo, senza farci sottomettere, riconoscendo loro il giusto spazio.
Diamoci dei limiti, esercitiamoci nel dar a ciascuna cosa il suo reale valore.
Mettiamo la vita umana al primo posto e usiamo la testa, eviteremo di ritrovarcela contro un airbag.