Su e giù per la val... Vestino
di Giancarlo Marchesi
La storia si ripete: fu una strada, nel 1934, a suggerire il passaggio della Valvestino alla Provincia di Brescia. Una strada oggi (il tunnel di collegamento con la Valle del Chiese) potrebbe decretarne il ritorno al Trentino. Ecco tutta la storia
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Nei giorni scorsi si è avuta la notizia che è stata tagliato un’ulteriore traguardo di tappa per il passaggio dei Comuni di Valvestino e Magasa alla provincia autonoma di Trento.
Queste realtà territoriali hanno infatti incassano il via libera della Regione Lombardia all’annessione alla provincia autonoma con cui confinano.
Per completare l’iter amministrativo, il ministro dell’Interno deve ora presentare al Parlamento un atto formale: in Senato sono peraltro già stati depositati disegni di legge relativi al «distacco dei Comuni di Valvestino di Magasa dalla Regione Lombardia e loro aggregazione alla Regione Trentino Alto Adige».
Se l’iter si completasse, queste realtà montane tornerebbero per la seconda volta ad essere aggregate al Trentino.
Il passaggio al Trentino non costituisce infatti una novità. In periodo napoleonico, con il trattato di Parigi del 28 febbraio 1810, la Baviera cedette alla Francia il Trentino e l'Alto Adige.
A seguito di ciò, Napoleone, imperatore dei francesi e re d'Italia, decretò la riunione del Tirolo meridionale al regno d'Italia dal 10 giugno 1810, che andò a costituire il dipartimento dell'Alto Adige, con capoluogo Trento.
Successivamente, un’apposita commissione suddivise il neo-costituito dipartimento in 5 distretti e 20 cantoni.
Fino al 1813 la Valle di Vestino fu compresa nel distretto di Riva, cantone di Condino, che confinava con il dipartimento del Mella, come allora era chiamato il Bresciano.
Nel 1813 il governo italico predispose un nuovo assetto distrettuale per l’intera zona: con il decreto a firma del viceré Eugenio Beauharnais del 20 luglio 1813 stabilì che al cantone di Vestone fosse aggregata l'intera Valle di Vestino, precedentemente unita al cantone di Condino, dipartimento dell'Alto Adige.
In seguito a questa modifica territoriale, il Cantone IV di Vestone fu costituito dai seguenti comuni denominativi: Vestone, Lavenone, Hano (oggi Capovalle), Ono, Livemmo Magasa.
A quest’ultimo facevano riferimento i comuni aggregati di Magasa, Turano, Persone, Bollone, Moerna, Armo, che contavano una popolazione complessiva di 1.255 abitanti.
Con la dissoluzione Regno italico e la formazione del Regno Lombardo-Veneto, nel febbraio del 1816 l’ordinanza che sanciva la «Nuova amministrazione dei comuni in tutte le provincie del regno» non aggregava la Valle di Vestino al distretto XVII di Vestone della Provincia Bresciana: la Vallata fu infatti unita al Trentino, che venne definitivamente annesso all’Austria, come parte integrante della Contea principesca del Tirolo.
Dopo la Prima guerra mondiale, nel 1928, nell’ambito della riorganizzazione territoriale del periodo fascista, furono soppressi i comuni Armo, Bollone, Magasa, Moerna e Persone e i loro territori furono aggregati al comune di Turano, che dopo il 1931 prese il nome di Valvestino.
Nel 1931 l’avvocato Donato Fossati, in un suo scritto dedicato alla Valle di Vestino («La Valle di Vestino», Tipografia Bortolotti, Salò) in occasione delle nozze della nipote Ermengarda, chiudeva il lavoro evidenziando che «La Valle [di Vestino] fa parte tutt’ora del Trentino, ma è evidente che essa per ubicazione, per indole, e per linguaggio, per naturali tradizioni e aspirazioni è un’appendice della Riviera del Garda, alla quale fu sempre indissolubilmente legata».
Il passaggio alla Provincia di Brescia del Comune di Valvestino fu attuato nel 1934, anche per effetto del completamento della strada che collega la vallata al Garda.
Una infrastruttura viaria che fu realizzata anche grazie al fattivo interessamento e finanziamento della potente famiglia Feltrinelli che grazie a questo collegamento poteva fruite con più facilità del legname della vallata.
Non a caso, al bivio della strada Turano-Magasa è stata posta nel 1936 una statua in ricordo di Giuseppe Feltrinelli che porta questa dedica: «Anima nobilissima di benefattore che volle fermamente contribuendo con munifica offerta la costruzione di questa strada perché fosse apportatrice di prosperità alla isolata valle».
Nel 1947 venne ricostituito il comune autonomo di Magasa, disaggregandone il territorio dal comune di Turano, e portando alla presenza in Valle di due distinte realtà municipali.
Alcuni anni fa si sono tenuti, nei comuni di Valvestino e Magasa, referendum per il distacco dei queste realtà dalla Regione Lombardia e la loro aggregazione al Trentino Alto Adige.
La storia si ripete: la speranza di cogliere migliori opportunità economiche e sociali spinge questo territorio a voler cambiare nuovamente regione.
Il desiderio «verso una vita migliore» - parafrasando un volume del maestro Vito Zani - della popolazione è del tutto legittimo.
Anacronistica, nel terzo millennio, è invece l’esistenza delle regioni Statuto speciale come il Trentino Alto Adige, che possono contare su maggiori risorse rispetto ad altre realtà regionali.
La presenza delle regioni a Statuto speciale aveva un senso nell’immediato dopoguerra, ma a distanza di tanti decenni i motivi che avevano portato alla loro costituzione sono venuti meno.
.la foto è di Maria Rosa Marchesi - Fotoclub Vallesabbia
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