Avril l'è bel!

Dopo la ricaduta invernale che ha portato con sé il week end di Pasqua, pare proprio che le temperature siano definitivamente salite.
In effetti aprile è un mese che per la tradizione agricola porta con sé il valore aggiunto della bella stagione: la prosperità e la fertilità della terra.

Ecco dunque qualche proverbio tipico del nostro territorio, creato e dedicato proprio in onore del mese di aprile, che fin dai primi giorni, con un piccolo scherzo, ci porta la primavera, a Marzo, ancora intimidita.

Avrìl al ghe n'à 30 ma he al ghe narèh vic' 31 rencrehia mia a nigù
(Aprile ne ha 30, ma se ne avesse avuti 31 non rincresceva a nessuno)
L'ottimo clima e la stagione propizia per la semina delle primizie primaverili  sono talmente piacevoli che addirittura, non si capisce perché aprile abbia solo 30 giorni.
È un mese che si manifesta attraverso il risveglio della natura e dispiace non vi sia un ulteriore giorno per svelare questo processo.

En Avril al taca anche el manech del badìl
(In aprile attecchiscono anche i manici del badile)
Il concetto di fertilità si esprime ironicamente con questo proverbio, secondo cui persino le cose inanimate attecchiscono al vigore della bella stagione.
Questa valorizzazione del ciclo della terra è un retaggio che deriva dalla dipendenza della comunità contadina all'andamento delle condizioni climatiche.

Avril, avrilèt töcc' dè ön gohet
(Aprile, apriletto ogni giorno un goccetto)
Che potrebbe sembrare negativo.
Anche qui invece c'è un entusiasmo legato ad un'idea di rigogliosità, che traspare dalla prossima espressione.

Nol meh de avrìl ogne goha l'ampieneh ol barìl
(Nel mese di aprile ogni goccia riempie il barile)
Grazie alla piovosità di aprile, le cascine, le fattorie e le grandi case, pur avendo accesso all'acqua pulita, raccoglievano l'acqua piovana in barili e abbeveratoi per le bestie, per irrigare i terreni e per qualsiasi evenienza.
Anche nei giorni di brutto tempo dunque, aprile era considerato una vera e propria rinascita.