Quell'urto violentissimo che s'è portato via Simone

L’hanno visto superare prima una e poi altre due auto, mentre usciva dalla galleria di Sabbio Chiese.
Erano tutte incolonnate dietro ad un camion che arrancava lentamente in direzione di Odolo.
Giunto in prossimità del ponte sotto al quale passa la Vrenda, prima di lambire la proprietà della segheria Marchesi, l’autista del grosso fuoristrada ha deciso di lasciarsi alle spalle anche l’ultimo ostacolo: il mezzo lento e pesante.

«Ho visto subito che non ce l’avrebbe fatta» ha detto uno degli automobilisti in coda.
Dall’altra parte infatti, proprio in quel momento, scendeva da Odolo un bilico Scania che non ha potuto fare nulla per evitarlo.
«Me lo sono visto uscire all’improvviso e mentre frenavo ho cercato di lasciagli più spazio possibile – ha dichiarato l’autista, di Valeggio sul Mincio, indenne fisicamente ma visibilmente scosso per quello che gli era successo -. All’ultimo momento ha scartato sulla sinistra, forse pensando di buttarsi fuori strada, oppure si è imbarcata l’auto per la frenata. Non so bene, fatto sta che mi ha preso in pieno».

Sono scoppiati gli airbag, la cintura si è tesa a dovere, ma i dispositivi di sicurezza, per quanto sofisticati, a qual punto non hanno potuto nulla.
Simone Bertella, lumezzanese che avrebbe compito 37 anni il prossimo 24 marzo, a causa dell’urto frontale e tremendo, è morto sul colpo.

La dinamica esatta dell’incidente è al vaglio della Stradale di Salò, intervenuta sul posto con due pattuglie.
Ci sono pochi dubbi però che all’origine dell’incidente, avvenuto ieri mattina poco prima delle sette e mezza lungo la Sp 79 in territorio di Sabbio Chiese, ci sia stato l’azzardo di un sorpasso impossibile.
Ottima era la visibilità, asciutto l’asfalto, otre lo zero la temperatura.

Dopo l’urto, sia il fuoristrada Jeep Crd sia lo Scania che aveva da poco scaricato rottami alle Ferriere Valsabbia e per questo viaggiava col rimorchio vuoto, sono finiti fuori strada fermandosi in bilico sulla scarpata.
Sul posto sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco da Salò, che hanno lavorato col divaricatore per aprile la portiera del guidatore, la “medicalizzata” da Nozza e l’ambulanza di Pronto Emergenza da Odolo, ma ogni soccorso è stato inutile.
Al medico del 118 non è rimasto che constatare l’avvenuto decesso ed avvisare la centrale operativa che facesse rientrare l’elicottero che era già pronto al decollo.

Per quasi due ore il viavai di auto e di mezzi pesanti è stato regolato a senso unico alternato.
Un’altra ora di chiusura completa dell’arteria è stata necessaria per permettere alle due autogru (una giunta a Salò e l’altra dei Vigili del Fuoco di Brescia) di recuperare i mezzi coinvolti nell’incidente.

Solo più tardi i soccorritori sono riusciti a dare un nome a questa ennesima vittima della strada.
Gli unici documenti ritrovati sul posto, infatti, erano quelli dell’auto a lui intestata.
La certezza sulla sua identità si è avuta solo quando i genitori, Fabio Bertella e Cesira Obrofari, hanno potuto riconoscere il loro congiunto, la cui salma era stata nel frattempo ricomposta nella camera mortuaria dell’Ospedale di Gavardo.

A quanto pare Simone aveva trascorso la notte a casa della sorella, che abita a Gargnano.
A quell’ora si stava recando al lavoro, in un’azienda che ha lo stabilimento nei Fondi di Agnosine, la Cgf Rubinetterie.



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In fotografia: l'incidente e Simone Bertella
 

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