16 Marzo 2020, 11.38
Vobarno Gavardo Prevalle
Coronavirus

Il settore florovivaistico: «Necessari interventi urgenti di tutela»

di Redazione

Assofloro e Associazione Florovivaisti Bresciani – di quest’ultima fanno parte anche sei aziende valsabbine – chiedono un intervento urgente del Governo a tutela del settore, che rischia di subire ripercussioni a lungo termine, anche quando l’emergenza sarà rientrata


Tra le realtà pesantemente colpite dalle conseguenze delle necessarie misure per il contenimento del coronavirus c’è anche quella florovivaistica, che rischia di subire più di altri settori – anche dopo che l’emergenza sarà finita e quando le altre attività ripartiranno – ripercussioni sul lungo periodo.

All’Associazione Florovivaisti Bresciani sono associate anche sei aziende valsabbine. Si tratta di “Arbogreen snc di Fappani Riccardo e M.” a Vobarno, “Azienda agricola G&G di Giacomini” e “Azienda agricola Vivaio Tonni Roberto” a Prevalle e “Azienda agricola Poli Alvidio”, “Sanitaria Servizi Ambientali” e “Giardini Valdagni di Valdagni Silvio” a Gavardo.

La richiesta dell’AFB e di Assofloro Nazionale è quella di azioni collettive e unitarie per ridurre la diffusione del virus e interventi urgenti da parte del Governo a tutela di tutto il settore. 

“Riteniamo che questo non sia il momento delle polemiche o delle divisioni politiche – afferma il Presidente Nada Forbici - e che l’Italia unita si debba stringere intorno al Governo e al Premier Conte. La rapida diffusione dell’epidemia da Covid-19 nel nostro Paese, dichiarata pandemia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ci mette di fronte a uno scenario complicato e preoccupante, perché da una parte ci richiama ad azioni collettive ed unitarie per ridurre i contagi e dall’altra richiede misure economiche urgenti ed immediate a salvaguardia del settore florovivaistico.

Crediamo che in questo momento si debba agire su due fronti. Il decreto DPCM 11 marzo 2020 sulla chiusura delle attività commerciali ci permette di lavorare ma estremamente contingentati e con grandi e severe precauzioni a tutela della salute nostra, dei nostri lavoratori e della collettività. Il Decreto ci permette di lavorare come filiera agricola, ma faccio appello al senso di responsabilità di tutti gli imprenditori: pensiamo che le aziende debbano da subito rallentare o fermare, dove possibile, la propria attività.

Le piante e i fiori nei nostri vivai e serre vanno accudite, non possiamo lasciarle a sé stesse, ma tutte le attività manutentive non urgenti possono aspettare, per il bene di tutti. Chiudere le aziende è un sacrificio enorme, ma dobbiamo farlo perché siamo tutti in prima linea per contenere il contagio.
 
Allo stesso tempo occorre pensare anche a misure economiche per il sostegno del settore. Tra le misure più urgenti il congelamento del pagamento dei contributi, a partire dal 16 marzo, per poter mantenere maggior liquidità fin da subito e la possibilità di attivare la cassa integrazione per i dipendenti.

Per quanto riguarda il comparto produttivo, possiamo anche lavorare per mantenere le piante nelle nostre aziende, ma se il resto delle attività è bloccato è evidente che la domanda del mercato si azzera o si riduce drasticamente, infatti si sta assistendo a cancellazioni di ordini, temiamo che a livello nazionale ci possa essere una forte ripercussione sui pagamenti anche di lavori già eseguiti e/o in esecuzione. Per i serricoltori che producono vegetali con ciclicità di 2/3 mesi, occorre rimarcare il forte carattere di deperibilità e stagionalità del prodotto, che risulta invenduto e invendibile presso le strutture produttive, con ulteriori aggravi economici connessi ai costi di smaltimento”.
 
“Ci siamo immediatamente attivati per raccogliere tra le rappresentanze dei diversi comparti della filiera florovivaistica le principali criticità, in conseguenza all’emergenza Covid-19 – afferma Mario Faro, Presidente della Consulta Florovivaismo di Coldiretti -. Il periodo in cui si verifica questa epidemia è uno dei più critici per le imprese, perché coincide con il periodo principale di fatturato, almeno il 50-60%.

I prodotti rimangono invenduti nelle serre, nei vivai e nei garden center e ci sono problemi importanti legati ai trasporti sia interni che esterni al nostro Paese. Le compagnie di trasporti estere non inviano i mezzi a caricare il materiale. Abbiamo segnalazione per i seguenti Paesi: Belgio, Germania, Croazia, Montenegro, Slovenia, Romania, Bulgaria, Russia. Si segnalano problematiche anche per il trasporto navale, la caduta del prezzo del petrolio diminuisce il potere di acquisto dei mercati esteri.

E poi l’impressione è che si parli delle problematiche di tutti i settori, ma poco di quello agricolo e per nulla di quello florovivaistico, pur generando il 5% del PIL agricolo e occupando, comprendendo il mondo manutentivo, 200.000 operatori. Siamo al lavoro per monitorare con la massima attenzione la situazione relativa alla diffusione del Coronavirus e stiamo interagendo con il Governo e le istituzioni per la tutela del settore che necessita di risposte immediate per fare fronte alla crisi."
 



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